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Cronaca Zen

Sparò al titolare di un negozio di detersivi dello Zen, condannato a sei anni di carcere

A Gaetano Giampino, accusato del tentato omicidio di Salvatore Maranzano, riconosciuta l'attenuante della provocazione. Mai chiariti i motivi dello scontro avvenuto il 5 dicembre in via Girardengo. Una fonte aveva parlato di presunte molestie sessuali da parte della vittima alla moglie dell'imputato

Aveva aperto il fuoco contro il titolare di un negozio di detersivi di via Girardengo, allo Zen, ferendolo gravemente, ma - come ha stabilito il gup Roberto Riggio - sarebbe stato provocato: Gaetano Giampino, nonostante l'attenuante, è stato comunque condannato a sei anni di carcere, con il rito abbreviato, per il tentato omicidio di Salvatore Maranzano, avvenuto il 5 dicembre dell'anno scorso.

La Procura aveva chiesto una pena più alta, nove anni di reclusione, ma il giudice ha in parte accolto le tesi dei difensori dell'imputato, gli avvocati Valentina Clementi e Daniel Russo.

Lo scontro tra i due venne ripreso dalle telecamere di sorveglianza e inizialmente si ipotizzò che a scatenare al lite sarebbe stata una mancata precedenza. Una fonte confidenziale (quasi certamente un testimone) rivelò però agli investigatori che in realtà Giampino avrebbe reagito ad un tentivo di molestia sessuale nei confronti della moglie messo in atto da Maranzano. Mentre la coppia si stava avvicinando per entrare nel negozio - secondo questa versione - la vittima avrebbe allungato le mani e toccato le parti intime della donna, chiedendole come potesse non piacerle un bell'uomo come lui. E' per questo - come ha sempre sostenuto la difesa - che Giampino sarebbe andato a prendere la pistola che portava sempre con sé in macchina e che aveva iniziato a sparare contro Maranzano.

Questa ricostruzione non è però mai entrata nel processo e i motivi della lite furibonda non sono mai stati pienamente chiariti. Giampino fu arrestato dalla squadra mobile poche ore dopo il tentato omicidio. L'imputato aveva raccontato di aver sparato a terra, solo per spaventare la vittima, e spiegato che quell'arma l'avrebbe trovata circa quattro anni prima in un terreno di Montelepre e che poi l'avrebbe tenuta sempre in macchina. La pistola, che Giampino disse di aver gettato in un giardinetto di via Girardengo, non è mai stata ritrovata. Adesso il giudice ha però stabilito che quella dell'imputato sarebbe stata una reazione ad una precedente aggressione da parte della vittima.
 

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