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Cronaca Resuttana-San Lorenzo

Tentato omicidio a “Villa Maria”: fermato il complice della donna

Si tratta del secondo responsabile della lite di coppia scoppiata in tragedia lo scorso 4 gennaio. Dopo un acceso diverbio la 41enne, insieme ad un altro uomo, ha estratto un coltello e colpito il compagno di origini ceche poi operato d'urgenza al Civico

Fermato con l’accusa di tentato omicidio P. G. C., 40enne, senza fissa dimora per il tentato omicidio aggravato in concorso avvenuto lo scorso 4 gennaio, nei confronti di H. R., 39enne, anch’egli senza fissa dimora. Con lo stesso capo d’accusa i carabinieri avevano già messo in manette la compagna dell’arrestato, la 41enne, M. F., censurata, colta in flagranza di reato.

L’aggressione è avvenuta a Villa Maria, nel quartiere San Lorenzo, in via della Ferrovia a causa di un diverbio fra la donna, nata a Milano ma residente a Vezzano sul Grostolo (Re), ed il suo compagno di origini ceche.

Le indagini, portate avanti dai carabinieri hanno dimostrato la complicità di P. G. C., nativo di Mazara del Vallo, il quale, dopo che la sua convivente aveva ripetutamente sferrato colpi al torace ed all’addome di H. R. con un coltello da cucina, infieriva sulla vittima con una spranga di ferro, provocandogli dei vistosi ematomi sulle braccia e due profondi tagli alla testa. La vittima è stata condotta poi d'urgenza presso l'ospedale Civico per sottoporsi ad intervento chirurgico: aveva un versamento di sangue nei polmoni.

Le indagini dei carabinieri, si sono avvalse dell’esame delle testimonianze fornite agli inquirenti e dei rilievi tecnici eseguiti da personale specializzato della Sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri sia sul coltello che sulla spranga di ferro, con la comparazione delle ferite riportate dalla vittima.

I risultati delle indagini sono state agevolati da una registrazione audio della centrale del 118, durante la quale, è stata registrata chiaramente la voce della donna che dettava disposizioni su quale doveva essere la versione da fornire alle forze dell’ordine, paventando altrimenti l’ipotesi di dover scontare 12 anni di carcere.

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