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Venerdì, 29 Marzo 2024
L'interrogatorio / Cinisi / Via Porrazzi

Gli spari dopo la lite al residence, il titolare: "Mi hanno dato un pugno, ho avuto paura e mi sono difeso"

Ha risposto alle domande del gip Nicola Aiello, Vincenzo Cusumano, 76 anni, che sabato scorso a Cinisi ha tirato fuori la pistola ferendo padre e figlio: "Questioni nate per il costo della bolletta della luce". Per lui il gip ha disposto i domiciliari

Ha detto di essersi difeso perché sarebbe stato aggredito dai due affittuari. Ha risposto alle domande del gip Nicola Aiello, Vincenzo Cusumano, 76 anni, il titolare del residence che sabato nel corso di una lite in un residence a Cinisi con due clienti ha tirato fuori la pistola e ha sparato e ferito padre e figlio. Cusumano, difeso dagli avvocati Aldo Ruffino e Paolo Grillo, ha confermato quanto aveva già detto al pm Enrico Bologna.

Il padre, ex dipendente dell’Amat in pensione, e il figlio che invece lavora presso una ditta di rimozioni auto, trascorrevano le vacanze nel residence in via Porrazzi da quattro anni. “Quest’anno - ha raccontato il proprietario della struttura che ha una decina di villette che affitta per i mesi estivi - sono nati problemi per via dei consumi dell’energia elettrica. Gli altri ospiti del residence contestavano i costi delle bollette, alti per le nove famiglie e bassi per padre e figlio. Erano nate questioni su come mai nella villetta affittata ai due feriti i consumi fossero inferiori”.

Nel corso della lite l’ex dipendente dell’Amat avrebbe ribadito di non voler pagare l’affitto e ha respinto le accuse sull’energia e avrebbe sferrato un pugno a Cusumano. “Ho avuto paura e mi sono difeso - ha raccontato durante l’interrogatorio -. Mi hanno ferito al volto con un pugno”. Cusumano ha così estratto una delle due pistole detenute legalmente e ha sparato. Ha colpito all’addome il padre e all’inguine il figlio, allontanandosi poi dal residence. I carabinieri della compagnia di Carini e l’avvocato lo hanno trovato allo svincolo autostradale. I due feriti, portati in ospedale, non sarebbero in pericolo di vita. Alla fine dell’interrogatorio il gip ha disposto gli arresti domiciliari in attesa del processo.

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