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Cronaca

"Picchiarono il figlio di tre mesi", chiesti 8 anni per il padre e 4 per la madre

La vicenda riguarda un neonato che fu ricoverato nel 2013 al Di Cristina con fratture alla testa, alle braccia e alle gambe. L'accusa è di tentato omicidio. La difesa dei genitori: "Nessun maltrattamento, malattia congenita"

Raccontarono che quelle fratture alla testa, alle braccia e alle gambe, il loro bambino di appena tre mesi se le sarebbe provocate “gattonando”. Era il 14 agosto del 2013 e il piccolo venne curato dai medici del Di Cristina, che segnalarono però subito la vicenda ai carabinieri: la versione dei genitori, infatti, non sarebbe stata credibile e si ipotizzarono subito dei presunti maltrattamenti. Madre e padre sono finiti sotto processo davanti al gup Nicola Aiello scegliendo il rito abbreviato. E stamattina Pm Giorgia Spiri ha chiesto 8 anni per il padre e 4 anni e 8 mesi per la madre. L'accusa è pesantissima: tentato omicidio.

Secondo i difensori dei genitori, però, non vi sarebbe stato alcun maltrattamento: quelle fratture sarebbero state provocate invece da una malattia congenita. La donna, in prima battuta, avrebbe riferito ai carabinieri che il bimbo avrebbe pianto spesso quando sarebbe stato con il padre e che lei avrebbe preferito tenere la porta aperta quando sarebbe stato lui a cullarlo per addormentarlo. Dichiarazioni che poi aveva negato durante un incidente probatorio. Poi, sentita dal giudice, ha ribadito la sua posizione: “Non ho mai detto queste cose”, ha sostenuto.

Secondo la Procura, i genitori avrebbero pestato il piccolo e lo avrebbero anche afferrato per il collo, cosa che per poco non gli sarebbe costata la vita. Non solo: il bambino sarebbe stato picchiato anche in precedenza perché, da alcune radiografie, emergerebbero altre fratture ormai ricomposte. Una ricostruzione respinta dalla difesa che sostiene invece che le fratture del bambino sarebbero da ricondurre ad una malattia genetica. Altri accertamenti hanno escluso che i genitori facessero uso di droghe e di alcol. In attesa di stabilire una loro eventuale responsabilità penale, alla coppia è stata tolta la patria potestà.

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