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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Anello ferroviario, Tecnis vicina al crac: il Comune pronto a rescindere

Gli operai, rimasti senza stipendio, sono in sciopero da ieri. La parola spetta al commissario straordinario. Martedì o mercoledì il giorno della verità: o si riprendono i lavori o si smonta tutto. Orlando: "Tutelare i cittadini"

Cinque giorni. Tra cinque giorni si saprà se il cantiere per la realizzazione dell'anello ferroviario sarà smantellato o se invece i lavori proseguiranno. L'appalto è stato vinto dal colosso Tecnis, commissariato in seguito all'interdittiva antimafia che ha colpito i suoi vertici. Attualmente il destino dell'azienda è in bilico tra 3 ipotesi: la ristrutturazione del debito, l'eventuale cessione e il concordato preventivo. E ieri i lavoratori sono entrati in sciopero. E lo resteranno "in attesa di fatti concreti". Fatti che attende anche l'Amministrazione (oltre ai cittadini). Di conseguenza regna l'incertezza anche sulle opere che la Tecnis sta portando avanti: in città i cantieri sono aperti in via Emerico Amari, in piazza Castelnuovo, al porto e all'incrocio tra viale Lazio e viale Campania.

conferenza_tecnis-2Per fare chiarezza e tracciare un quadro della situazione, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e l'assessore alla Riqualificazione Urbana e Infrastrutture, Emilio Arcuri, hanno incontrato la stampa (foto a destra). "Tra martedì e mercoledì - ha spiegato Arcuri - il commissario straordinario nominato dal Governo scioglierà il nodo della fuoriuscita della Tecnis dalla crisi e conosceremo il destino dell'azienda. Chiederemo di ricoprire in danno o direttamente le trincee di Palermo perchè non possiamo tenere un cantiere aperto per mesi nell'attesa che subentri un'altra ditta. Anche perche l'eventuale azienda subentrante potrebbe seguire un progetto diverso".

"Siamo sommersi da domande, soprattutto dai commercianti - ha spiegato Arcuri -. Per quanto riguarda il collettore fognario per il disinquinamento della costa da Villa Igea ad Acqua dei Corsari, se ne sta occupando in subappalto la società Sikelia, che ha provveduto al pagamento degli stipendi arretrati e all'avanzamento dell'opera".

"Abbiamo invece riscontrato forti criticità sull'anello ferroviario", ha sottolineato Arcuri. La parola "criticità"  in realtà cristallizza una situazione complessa: con lavoratori senza stipendio da settimane che hanno deciso di incrociare le braccia, bloccando - di fatto - i lavori. Palazzo delle Aquile intanto ha inviato una nota a Rfi (la stazione appaltante ndr.) parlando di "gravi inadempienze". La richiesta è quella di attivare tutte le procedure previste per legge: la verifica dei ritardi, la possibilità di pianificare il recupero e, nel caso in cui quest'ultimo non fosse possibile da parte di Tecnis, procedere alla risoluzione del contratto. "Volevamo inviare questa nota già a novembre - ha detto Arcuri -. Solo che la Prefettura ci ha chiesto di pazientare, poi sotto le feste c'è stata la nomina del commissario Ruperto e recentemente quella del nuovo consiglio di amministrazione. Possiamo anche patire i ritardi, ma a patto che le opere vengano realizzate. Bisogna fare presto. Dopo un anno siamo ancora al 6 per cento dei cantieri. A Ruperto chiederemo un'alternativa al piano di ristrutturazione del debito o un altro strumento".

"Vogliamo che le opere siano definite - ha sottolineato il sindaco Leoluca Orlando - ma anche che non ci siano danni ai cittadini. I residenti di via Amari sono stati esemplari perchè hanno organizzato un movimento a favore della metropolitana, perchè hanno sempre sottolineato che l'opera va fatta. Stamattina abbiamo incontrato il prefetto. Speriamo che prosegua la Tecnis perchè cambiare appaltatore è complicato, ma se dobbiamo farlo meglio subito perchè ci vuole un anno di tempo. Un conto - ha concluso - è se la Tecnis ci dice che i lavori riprendono tra un anno, un conto è che possono farli ripartire al più presto".

Secondo il capo area tecnico del settore Infrastrutture del Comune, Mario Li Castri: "Se il cantiere ritorna alla produzione teorica necessaria a recuperare il tempo perduto, l'appalto va avanti senza problemi. Non possiamo restare con pezzi di città interdetti ai palermitani. Altrimenti procederemo in danno al ripristino dello stato dei luoghi con imprese terze. Sarebbe Rfi a realizzarle mettendole in conto alla Tecnis. Consideriamo catastrofica l'ipotesi di risoluzione del contratto".

LE REAZIONI
CARACAUSI - 
“Condivido la presa di posizione del Sindaco che Orlando che riprende la mia proposta di ripristinare lo stato dei luoghi nelle more di definire la vicenda Tecnis. Mi auguro che la settimana prossima ci sia una risposta definitiva e che i commercianti e i residenti di via Amari, via Lazio e via Sicilia possano tirare un sospiro di sollievo e riprendere la loro vita, rivedendo la luce dopo il buio profondo di questi giorni. Auspico che la settimana prossima arrivi la buona notizia che i lavori continueranno, ma con l'impegno di una accelerata dei cantieri e la certezza che verranno portati a compimento". Lo dice il presidente della commissione Attività produttive Paolo Caracausi (Idv).

SEL - “L’annuncio della situazione prefallimentare della Tecnis non stupisce nessuno, l’inadempimento dell’azienda si era già manifestato tempo fa, con i 18 mesi di ritardo accumulati e con quei cantieri aperti e lasciati abbandonati a se stessi, senza che ci fosse nessuno che vi lavorasse. Oggi tutti si dicono stupiti, ma sono mesi che invitiamo il Comune a prendere atto di questa situazione”. A dirlo è Carlo Dones, consigliere dell’ottava circoscrizione di Sinistra ecologia e libertà. “Adesso ci auguriamo che, rotti gli indugi, si proceda al più presto con l’indicazione di una Exit strategy – continua Dones – valutando anche la possibilità di completare almeno una parte dei lavori utilizzando gli stessi dipendenti della Tecnis gestiti direttamente da Rfi. In ogni caso, occorre aprire subito le procedure per l’affidamento dei cantieri alla seconda classificata nella gara. Ogni giorno che passa i cantieri costano sempre di più, sia in termini economici che di disagio arrecato ai cittadini”.

OCCHIPINTI - “La vicenda della Tecnis è paradossale: fino a un mese fa la città aveva avuto ampie garanzie che i lavori non si sarebbero fermati, ora il disastro. Il sindaco tuteli i residenti e i commercianti delle zone interessate e per questi ultimi si pensi anche ai risarcimenti. Non è più il tempo dell’attesa, bisogna agire e subito. La città così soffoca per l’inquinamento e il traffico e muore commercialmente”. Lo dice Filippo Occhipinti, consigliere comunale del gruppo Misto.

FRASCA POLARA -  "Siamo davvero preoccupati per le sorti di quest’importante opera da 154 milioni di euro. Ora più che mai serve chiarezza". È quanto afferma il presidente dell’VIII circoscrizione, Marco Frasca Polara. "La nostra circoscrizione è quella più penalizzata perché su di essa ricade la totalità dei cantieri. In tutti questi mesi - aggiunge - abbiamo lavorato per mitigare i disagi dei cittadini, in primo luogo residenti e commercianti, confrontandoci con la ditta Tecnis e con l’amministrazione e facendo da "filtro" tra l'azienda e i cittadini. Ci siamo spesi per salvare i ficus di piazza Castelnuovo e rimandare la chiusura di via Amari dopo le festività natalizie. Adesso - continua il presidente Frasca Polara - questo lavoro rischia di essere inutile. Palermo non può subire questo smacco, né assistere a questo calvario. L’opera va assolutamente completata. Non possiamo correre il rischio di perdere i finanziamenti, né tantomeno lasciare la città sventrata dalle ruspe. Se in via Amari appare più 'semplice' un eventuale ripristino del manto stradale e della vecchia viabilità, nell'area di via Sicilia e viale Lazio si rischia di convivere per lungo tempo con la strada devastata dalle trivelle e questo non è accettabile”.


 

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