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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"I giovani hanno bisogno di lavoro, non di emigrare": Carla Fracci difende i talenti palermitani

L'etoile ha partecipato all'incontro “Geografia culturale" organizzato dalla Slc Cgil. Il sindacato chiede “più investimenti per la cultura e l'introduzione della tecnologia nei teatri, di archivi digitali e un circuito di merchandising"

“Più investimenti per la cultura e uno sforzo per dare strutturalità a un progetto culturale. Un'organizzazione diversa, che da noi ancora non esiste, per introdurre la tecnologia nei teatri, gli archivi digitali, un circuito di merchandising”. E' quanto ha chiesto il segretario Slc Cgil Maurizio Rosso, aprendo i lavori dell'incontro “Geografia Culturale: il complesso dei segni e dei luoghi. La cultura a Palermo come generatore di strutturalità”, promosso dal sindacato. Un confronto tra istituzioni, esponenti della cultura e artisti della città al quale hanno partecipato anche due icone nazionali della danza e della regia teatrale: Carla Fracci e Beppe Menegatti. Presenti anche i sovrintendenti e i direttori artistici delle fondazioni di Palermo, Massimo, Brass Group, Biondo, Foss, rappresentanti del 17 teatri minori palermitani, artisti, musicisti, maestranze. Sono inoltre intervenuti il sindaco Leoluca Orlando, il fondatore del Brass Group Ignazio Garsia, l'assessore regionale al Turismo Alessandro Pappalardo, l'assessore comunale al Lavoro e alle Politiche giovanili Giovanna Marano, il sovrintendente del Massimo Francesco Giambrone, il direttore del Biondo Roberto Alajmo, il segretario Slc Cgil Palermo Monica Piazza, il direttore della sede Rai Sicilia Salvatore Cusimano, la console del Marocco Fatima Baroudi, l'attore Paride Benassai.

Campo ha citato i numeri di una ricerca nazionale della Fondazione Di Vittorio. “Poco più della metà dei lavoratori del settore - ha detto - non supera entrate per 5 mila euro lorde l'anno. Il 37,5 si attesta tra le 5 e le 15 mila. Solo il 4,2 per cento può contare su un reddito che supera i 25 mila euro l'anno. Poi riuscire a farsi pagare è per tutti una eterna lotta. Il pagamento, per un lavoratore su quattro, giunge a lavoro concluso, anche tre-sei mesi dopo, per un lavoratore su cinque, o oltre i sei mesi”.

“I talenti ci sono in questa città ma non devono emigrare. Io voglio lavorare con i giovani perché i giovani hanno bisogno di lavoro, non di emigrare – ha detto Carla Fracci – Io sono palermitana, mi sento palermitana, Palermo è una città che mi ha accolto e mi ha dato lavoro. Le istituzioni dove sono? Facciano qualcosa”.

“Per quest'anno di Palermo capitale della cultura dobbiamo lasciare un segnale. Un maggiore investimento dello Stato, dei Comuni, della Regione siciliana - ha aggiunto Rosso nella sua relazione - indurrebbe il settore privato ad investire di più, i capitali delle istituzioni trascinerebbero investimenti privati nella cultura: questo è il modello, a nostro avviso, da cui partire. La cultura è il fattore decisivo del progetto di sviluppo della città, assume luoghi, segni, attività, capacità artistiche e creative che costituiscono la struttura portante di un’idea di sviluppo e di crescita sostenibile. Occorre un impegno straordinario e serio per portare i finanziamenti alla cultura a livelli europei”.

“Il metodo della concertazione permanente di confronto con il sistema degli enti locali deve diventare la norma per la programmazione dei fondi per le attività culturali – ha aggiunto Rosso - .In campo nazionale va coraggiosamente fatto il passaggio alla triennalità dei fondi Fus per i teatri lirici e di prosa di tutto il Paese e non solo per le due fondazioni speciali della Scala e Santa Cecilia, rischiando in questo modo di allargare, in questo modo, sempre di più quello iato culturale tra Nord e Sud. Per anni i teatri e i musei hanno dovuto programmare le attività in condizioni di incertezza. Si sapeva che i soldi sarebbero stati meno, senza sapere di quanto”.

Quasi tutti i teatri d’Italia hanno chiuso i loro corpi di ballo. Al Teatro Massimo il corpo di ballo, dopo anni di lotte, è stato mantenuto. “Oggi qui chiediamo ancora più coraggio al sovrintendente del Massimo Francesco Giambrone nel raddoppiare le produzioni di balletto a Palermo, città che trent'anni fa aveva la sua Accademia del Ballo, e che oggi andrebbe riproposta. Questa città ha poche accademie e pochi laboratori e botteghe artistiche – ha aggiunto Rosso - Così come chiediamo più coraggio per un investimento economico forte sui laboratori di scenografia di Brancaccio, meravigliosi, che potrebbero produrre scene per tutti i teatri del mondo e creare lavoro super qualificato, se ci fosse un investimento serio in formazione del capitale umano e tecnologie moderne. Un investimento forte sui teatri, per cambiare modelli produttivi e per cambiare marcia verso il raddoppio dei piani di produzione, partendo da interventi non più rinviabili: piani mobili nei palcoscenici, spazi per nuove sale prova, climatizzazione”. E' stato affrontato il caso del centro di produzione della Rai, smantellato dopo “Agrodolce”, mentre quello campano va a gonfie vele con la fiction”Un posto al sole”.

Al centro anche il Teatro di Verdura, “la nostra Arena di Verona”, luogo di cui devono riappropriarsi secondo la Slc tutti i grandi teatri, segnando il ritorno dell’opera lirica, delle operette, della grande danza, dei grandi concerti, delle grandi rappresentazioni di prosa, del grande jazz, nei quattro mesi della stagione estiva dei grandi teatri di Palermo, con intrecci di collaborazioni e contaminazioni. “Una città come la nostra, dove la lunga estate ci offre possibilità infinite ed un turismo sempre più in crescita, ha l’obbligo di ripensare i suoi modelli produttivi culturali”.

E quindi, tra le proposte avanzate dalla Slc, prevedere, oltre a un incremento della produzione nei grandi teatri, porte aperte ogni sera nei teatri della città Bellini, Garibaldi, Finocchiaro, Libero, Montevergini, Lelio, Cristal, Zappalà, Ditirammu, Dante, Golden, Agricantus, Al Massimo, Savio, Jolly, Al Convento e Mediterraneo Occupato etc, tenere aperte le strutture espositive e museali della città, alcune sedi di assessorati, anche nei week-end. Rendere dignitoso il lavoro di artisti, scenografi, tecnici, macchinisti. Dare un posto ai tanti artisti, spesso sottovalutati, che cercano spazi e 'residenze' nella nostra città.

La Cgil Palermo è intervenuta in sostegno dei lavoratori che operano nel settore. “Palermo capitale della cultura è per noi un titolo che ci riempie di orgoglio – ha detto il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo – Abbiamo chiesto di poterci incontrare con l'amministrazione comunale per portare il nostro punto di vista, per far sì che Palermo nel 2018 sia capitale della cultura del lavoro. Purtroppo così non è. Nell'immaginario collettivo i lavoratori dello spettacolo vivono di privilegi. Mentre tra questi lavoratori sembrano sublimarsi tutte le anomalie del lavoro. Nel mondo dello spettacolo vice il precariato. Un agglomerato di ballerini, attori, musicisti, tecnici del suono, drammaturghi, circensi, direttori d'orchestra, scenografi e tanti altri che vivacchiano con contratti a progetto e collaborazioni occasionali”.

Ha concluso i lavori la segretaria nazionale Slc Cgil Emanulea Bizi. “I lavoratori dello spettacolo ci chiedono dignità, una parte è stabile ma un'altra non può nemmeno essere considerata precaria. Perché non ha alcun diritto. Ognuno deve prendersi la sua parte di responsabilità – ha detto Emanuela Bizi – Lavora in nero nel nostro Paese il 57,8 per cento dei musicisti, il 34,9 per cento di ballerini, il 35,7 degli attori. C'è una parte di sommerso che regola il settore. Il risultato è che gli artisti in questo Paese non vengono considerati professionisti, anzi è normale che si chieda loro di lavorare gratis. E' lo svilimento di una professione. Oggi bisogna investire in formazione, indispensabile per dare stabilità a chi lavora nella cultura”. 

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