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Cronaca

Tangenti, Lo Bosco nega di aver preso soldi: chiesta revoca dei domiciliari

E' arrivato in Tribunale scortato dal suo avvocato e dalla polizia giudiziaria. Ha dichiarato di non conoscere i due dirigenti della Forestale arrestati con lui. E intanto sono arrivate le sue dimissioni da Rfi. In Procura anche Marranca e Quattrocchi

Ha affermato di non aver intascato alcuna mazzetta e per questo ha richiesto la revoca degli arresti domiciliari. E’ durato un’ora e mezza l’interrogatorio dell’ormai ex presidente di Rfi Dario Lo Bosco, ascoltato dal gip Ettorina Contino sulle vicende che lo hanno riguardato e hanno portato al suo arresto dopo il ritrovamento di un "libro mastro" delle tangenti nell’auto dell’imprenditore agrigentino Massimo Campione. Al gip ha dichiarato di non conoscere personalmente i due dirigenti della Forestale coinvolti nell’inchiesta, Salvatore Marranca e Giuseppe Quattrocchi, anche loro arrestati dalla polizia.

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A pochi giorni dall’arresto dei tre, indagati per concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità, la Squadra mobile guidata da Rodolfo Ruberti e la Procura, con in testa Francesco Lo Voi, stanno cercando di chiudere il cerchio attorno al caso culminato con i tre arresti dell’operazione “Black list”. Dall’imprenditore agrigentino, titolare insieme al fratello della Sistet Technology srl, non sono arrivate conferme riguardo al coinvolgimento di altri soggetti politici e istituzionali, ma gli investigatori stanno allargando il raggio per capire se e quali riscontri esistano rispetto alle quindici pagine di documenti "compromettenti" ritrovate nella sua auto.

Lo Bosco, scortato dagli agenti di polizia giudiziaria, si è presentato questa mattina in Tribunale per essere ascoltato dal gip e dai pm che hanno chiesto e ottenuto il suo arresto. A seguire gli interrogatori di Marranca e Quattrocchi, rispettivamente responsabile del Servizio tecnico e capo del Servizio speciale per la conservazione del suolo e dell’ambiente naturale. Entrambi, secondo l’accusa, avrebbero preso e chiesto decine di migliaia di euro per far "filare liscia" la pratica relativa a un appalto da 26 milioni di euro aggiudicato dalla Sistet Technology per l'ammodernamento del sistema di radiocomunicazione del Corpo Forestale della Regione, compresa l'installazione di una dorsale digitale pluricanale e la realizzazione di un sistema di videosorveglianza di nuova generazione a tutela del patrimonio boschivo e delle aree naturali protette.

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Per fare ciò, oltre ai soldi, Marranca avrebbe chiesto a Campione di “sistemare” sua figlia e la sua compagna con un posto di lavoro. Lo Bosco, invece, avrebbe detto all’agrigentino “Vedi tu quello che mi puoi dare” (56 mila euro secondo gli inquirenti, ndr) per assicurare il buon esito del progetto relativo al cosiddetto gancio ferroviario, di cui Rfi si sarebbe dovuta dotare. "Il mio cliente - ha detto l'avvocato di Lo Bosco, Bartolomeo Romano - ha dato una spiegazione esaustiva di tutti i fatti che gli sono stati contestati. Tanto che al termine dell'interrogatorio e anche alla luce delle dimissioni da Rfi (e dall'Ast), che eliminano il rischio tutto teorico di una reiterazione del reato, abbiamo chiesto l'immediata revoca dei domiciliari".

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