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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Altro suicidio al Pagliarelli: "Escalation allarmante, il detenuto è considerato un rifiuto"

L'ultimo a compiere il gesto estremo, 2 giorni fa, un 29enne che si trovava in isolamento. La camera penale di Palermo: "E' solo l'ultimo degli oltre 50 casi registrati nelle nostre carceri dall'inizio dell'anno". Apprendi: "Basta indifferenza, si prendano provvedimenti"

"Un'allarmante escalation di suicidi dall'inizio dell'anno sta interessando l'istituto penitenziario Pagliarelli". La denuncia è messa nero su bianco in un documento della commissione carcere della camera penale Bellavista di Palermo, che in una nota definisce "non più procrastinabile il momento in cui dalla mera riflessione sulle problematiche, si passi alla concreta attuazione di un intervento immediato per rimuovere le cause che determinano il forte malessere del vivere dei detenuti".

“Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una Nazione”, diceva il fisolofo francese Voltaire. E secondo quanto reso noto "dall'inizio di quest'anno, quello del 6 novembre è solo l'ultimo degli oltre 50 suicidi registrati nelle nostre carceri con espresso riferimento alle strutture penitenziaie complesse, i 'grossi istituti' dove il sovrannumero dei carcerati, l'inadeguatezza numerica del personale di polizia penitenziaria e del personale civile (educatori, assistenti sociali, personale medico) determinano criticità insostenibili".

L'ultimo detenuto a compiere il gesto estremo è stato un ventinovenne, con disturbi psichiatrici, che si trovava in isolamento al Pagliarelli. "Ormai è routine, non fa più notizia, tanto il detenuto é considerato un rifiuto", il duro commento del presidente dell'associazione Antigone Sicilia Pino Apprendi. "Il ministero di Grazia e giustizia - dice Apprendi - non penserà nemmeno di fare un'ispezione, sarebbe una perdita di tempo inutile secondo qualcuno. Io dico basta, non è giusto che avvengano tanti suicidi nel carcere, qualcosa non funziona. Questo ragazzo ha ricevuto tutte le cure necessarie? Psicologi e gli educatori lo hanno incontrato? Ci sono le relazioni quotidiane dei medici che avevano l'obbligo di visitarlo? Quanti giorni é stato in isolamento e perché non era nel reparto di psichiatria? Possibile che non ci siano responsabili della vita di un uomo o di una donna che entra nel carcere? Non mi rassegnerò mai al silenzio, di fronte all'indifferenza per la morte di una persona che lo Stato avrebbe dovuto tutelare e rieducare".

La commissione cita i dati del sindacato Sappe: "Nel primo semestre del 2018, si sono verificati nelle carceri italiane 5.157 atti di autolesionismo, 585 tentativi di suicidi sventati dal personale di polizia penitenziaria e 24 suicidi portati a termine". Gli episodi hanno riguardato prevalentemente i detenuti in attesa di giudizio e nel primo periodo di restrizione nella struttura penitenziaria.

Pino Aprrendi, deputato PdSecondo la commissione è necessario investire su progetti di accoglienza, sul potenziamento del personale sanitario e medico con particolare riguardo al sostegno psicologico perchè "il silenzio su questi fatti è bera e propria complicità al disimpegno. Non possiamo rimanere indifferenti a questi drammi", si deve "progettare e realizzare il cambiamento". Richieste avanzate anche da Apprendi, per il quale "si deve potenziare l'assistenza psicologica e migliorare le condizioni delle carceri che, in molti casi sono disumane".

Proprio al Pagliarelli stamani sono andati il garante dei diritti dei detenuti Giovanni Fiandaca e il dirigente dell’Ufficio, Pietro Valenti. Ciò che è emerso, dopo un incontro con la direttrice del carcere, è "l'insufficienza dell’assistenza psichiatrica nei confronti dei detenuti affetti da patologie mentali o comunque da disturbi psichiatricamente rilevanti". “Dei sei psichiatri presenti sulla carta – dice Fiandaca - in atto al Pagliarelli sono disponibili e in servizio soltanto in due. Troppo pochi se si considerano le dimensioni del carcere”. 
L’istituto conta 1270 detenuti circa dei quali almeno 150 con patologie psichiatriche gravi, altri 250 bisognosi di assistenza psichiatrica bisettimanale,  cui si aggiungono le necessità saltuarie di sostegno psicologico/psichiatrico del resto dei detenuti.

“Il Pagliarelli – aggiunge Fiandaca – è un grande carcere e la situazione è evidentemente grave. Occorre che le autorità sanitarie competenti si facciano carico al più presto di intervenire per garantire un servizio psichiatrico adeguato. L’ufficio del garante si impegnerà a fornire un contributo di analisi e di proposte in vista di un auspicabile potenziamento dell’assistenza psichiatrica nelle carceri siciliane e di una più efficace prevenzione del rischio suicidario”.

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