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Cronaca

Stupro Firenze, la studentessa americana da Vespa: "Lui mi chiese di baciarmi, io dissi di no"

A 'Porta a Porta' il racconto di una delle due presunte vittime di violenza sessuale (coinvolto un carabiniere palermitano): "Abbiamo detto 'grazie per il passaggio', aperto la porta e loro hanno offerto di continuare ad aiutarci..."

Le due studentesse americane di 19 e 21 anni che lo scorso settembre hanno denunciato per violenza sessuale due carabinieri, uno di loro è palermitano (Pietro Costa, 32 anni), sono rientrate a Firenze per l'interrogatorio dell'incidente probatorio. Le due ragazze sono state ascoltate ieri dal gip Mario Profeta all'aula bunker di Santa Verdiana e una delle due ha deciso di raccontare per la prima volta davanti alle telecamere quella notte da incubo.

Ad ottenere l'esclusiva è stato Bruno Vespa. L'intervista è andata in onda nella puntata di Porta a Porta trasmessa ieri sera su Rai1. La ragazza ha confermato la versione già fornita agli inquirenti, a cominciare dai concitati momenti fuori dalla discoteca. "Si sono offerti loro di darci un passaggio", ha detto la studentessa. Il viaggio verso casa è durato circa venti minuti, durante i quali i due carabinieri "parlavano tra di loro" mentre le due studentesse, non conoscendo bene l'italiano, "non capivano".

Che cosa è successo quando siete arrivati?
"Abbiamo detto 'grazie per il passaggio', aperto la porta e loro hanno offerto di continuare ad aiutarci"
Poi siete entrati nell’ ingresso di casa, insomma?
"Dopo aver detto 'grazie, grazie mille' e abbiamo cercato di andarcene per conto nostro".
Una volta dentro l'edificio uno dei due carabinieri le avrebbe chiesto di baciarla.
"Me lo ha chiesto, anche se però gli ho risposto di no, lo ha fatto lo stesso".
Poi si è consumata la violenza. Dove?
"Fuori dalla porta dell'appartamento".
Questo carabiniere è stato violento nei suoi confronti, incalza Vespa?
"Non voglio rispondere a questa domanda", dice la ragazza che però quando le chiedono se il militare l'ha costretta a fare cose che non voleva fare risponde con un secco e deciso: "Sì".  "Ci sono voluti circa 20 minuti" prima di riuscire ad entrare in casa. Dopo, ha afferrato la sua amica e l'ha "trascinata" nell'appartamento, "lei piangeva". Poi è scappata e "prima che loro potessero dire qualcosa ho chiuso la porta a chiave". A quel punto la ragazza racconta di aver chiamato il padre in America che l'ha convinta a chiedere aiuto. 

L'interrogatorio davanti al Gip

Due giorni fa le due ragazze sono state ascoltate in forma protetta dal gip. L'interrogatorio è durato sette ore.  Nell'aula bunker erano presenti anche i due carabinieri imputati, il carabiniere scelto Pietro Costa, palermitano di 32 anni, e l'appuntato 47enne Marco Camuffo, i loro difensori e il pm, che però hanno assistito all'interrogatorio attraverso un sistema audio video.

Come scrive Repubblica, alcune domande poste dagli avvocati dei carabinieri "hanno sollevato l'indignazione dei presenti. Per esempio hanno cercato di chiedere se le ragazze indossavano le mutandine o se trovassero sexy i carabinieri". Domande che non sono state accolte dal giudice.

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