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Cronaca

Indagato per stupro a Firenze, carabiniere palermitano interrogato in Procura

Pietro Costa, 32 anni, si è presentato al Palazzo di Giustizia fiorentino accompagnato dal proprio legale per fornire la sua versione al magistrato. Un incontro blindatissimo durato almeno un paio d’ore

Sarebbe durato quasi due ore il faccia a faccia in Procura per il carabiniere palermitano, il più giovane dei due accusati di avere abusato sessualmente di due turiste americane nella notte tra mercoledì e giovedì scorso a Firenze. Il capopattuglia, 46enne, si era presentato sabato scorso davanti al pm Ornella Galeotti spiegando che il rapporto sessuale era stato consenziente. Oggi il collega, carabiniere scelto, Pietro Costa, 32 anni, nato a Palermo, si è presentato al Palazzo di Giustizia accompagnato dal suo legale per fornire la sua versione al magistrato. 

Costa è arrivato nel primo pomeriggio e ha parlato con i pm insieme al suo legale in un incontro blindatissimo durato almeno un paio d’ore. Per dribblare l'assedio dei giornalisti il palermitano sarebbe passato da uscite secondarie del Palazzo di Giustizia. Ai magistrati avrebbe raccontato la sua versione sui fatti di quella notte, ma né la pm né l’avvocato hanno voluto rilasciare dichiarazioni al termine del colloquio col militare, lasciando la procura a bordo delle proprie auto.

Da chiarire se quella sera c'è stata violenza sessuale o no. L'interrogatorio del carabiniere palermitano è terminato intorno alle 18.30. Un incontro sensibilmente più lungo rispetto a quello dell'appuntato che venerdì ha ammesso di aver avuto un rapporto sessuale, definendolo 'consenziente', con una delle due studentesse. Alla fine, il carabiniere palermitano ha lasciato il Palazzo di Giustizia da un'uscita diversa da quella del suo legale.

Intanto il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha speso parole dure a 'Porta a Porta': "Sono state fatte cose gravissime, contro regole ed etica dei carabinieri. Non ci sono attenuanti". "Il primo atto è stata la sospensione" dal servizio "ma penso si debba andare oltre". "Bisogna far lavorare le inchieste - ha aggiunto - ma di fronte a fatti del genere bisogna mettere in atto le azioni più forti e nette". L'inchiesta della procura avrà un prossimo impulso quando gli inquirenti potranno confrontare le dichiarazioni rese nei verbali con gli esami biologici e le analisi tossicologiche di cui gli inquirenti aspettano le relazioni dei medici legali.

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