Csi Palermo, gli studenti di Unipa sulla scena del crimine
Si è concluso il primo corso teorico-pratico di Genetica Forense all'Università. Gli allievi della Scuola hanno imparato come riconoscere le tracce dell'assassino. Analizzati casi di cronaca nera realmente accaduti
Con gli esami finali, si è concluso lo scorso 18 febbraio il primo corso monografico di Genetica Forense dell'Università di Palermo tenuto dal professore Gregorio Seidita. Il corso, organizzato presso la sezione di Biologia e Genetica del Dipartimento Dibimed dell'Università di Palermo, si inserisce tra la vasta scelta di attività didattiche opzionali (Ado) rivolte agli studenti dei corsi di studio in Medicina e Chirurgia e di Biotecnologie Mediche e Medicina Molecolare.
"Abbiamo provato a dare un taglio didattico/formativo nuovo - spiega Seidita, ideatore del corso -, simulando una scena del crimine si è cercato di dare agli studenti una prospettiva nuova da cui osservare il lavoro dello scienziato, legato spesso, nell'immaginario comune, univocamente al mondo della ricerca e dei laboratori". Gli studenti sono così diventati attori principali della ricostruzione della scena del crimine, scambiandosi i ruoli di tecnici di polizia giudiziaria, periti del giudice e consulenti tecnici di parte. Le attenzioni poste alla ricostruzione della scena e alle attività investigative hanno consentito ai partecipanti di collegare i dettagli tecnici delle attività dei periti durante il sopralluogo con gli elementi scientifici, professionali e giuridici. Le materie di ambito giuridico e scientifico sono state proposte all'interno di un ambiente di apprendimento coinvolgente, unendo una metodologia accademica e universitaria ad una sorta di gioco di ruolo.
Altra componente didattica del corso è stata l'analisi di casi giudiziari di cronaca nera, come il tragico episodio dell'omicidio di Meredith Kercher (avvenuto a Perugia la sera del 1º novembre 2007). "Questa vicenda giudiziaria - continua Seidita - rappresenta un esempio unico che ben spiega le potenzialità e, soprattutto, i limiti nell'utilizzo della prova scientifica in ambito forense. L'analisi delle carte processuali e dei documenti ad esse allegati, ha consentito di evidenziare gli errori metodologici e procedurali oltre alle dinamiche dell'esercizio della consulenza tecnica e della perizia."
Alla realizzazione del corso hanno contribuito anche la professoressa Anna Maria Puglia (Microbiota in ambito Forense), l'ispettore Capo della polizia scientifica di Palermo Gaetano Roccuzzo (Indagini dattiloscopiche) e Davide Miceli (sopralluogo giudiziario ed evidenze biologiche). Hanno inoltre partecipato alla simulazione della scena del crimine Cristina Bordino (tecnico sopralluogo, fotodocumentazione) e Giulia Solazzo ("vittima", consulente tecnico di parte civile).