Memoria, rabbia e silenzio: Palermo ricorda Paolo Borsellino
In via D'Amelio un minuto di silenzio alle 16.58 per non dimenticare il momento della strage in cui morirono il giudice e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina ed Eddy Walter Cosina
Un minuto di silenzio alle 16.58 in via D'Amelio per ricordare il momento della strage in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina ed Eddy Walter Cosina. Ventotto anni dopo Palermo non dimentica. Presenti sul luogo della strage anche il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra e il vicecapo del Dap Roberto Tartaglia oltre al sindaco Leoluca Orlando. Subito dopo il minuto di silenzio Salvatore Borsellino ha preso la parola.
Ha parlato anche Antonino Vullo, l'unico agente di scorta sopravvissuto alla strage di via D'Amelio. "Spero che in futuro non accada più - ha detto -. E stato terribile subire quell'inferno". "Borsellino era una persona genuina con noi, non ci ha mai fatto pesare il suo grado di magistrato. Ci trattava come figli e ci faceva passare le paure di stare accanto a lui. Tutti sapevamo che dopo Falcone toccava a Borsellino".
Sul posto anche Vincenzo Agostino, padre di Antonino Agostino, l'agente ucciso nel 1989. Intervenendo alla commemorazione di Paolo Borsellino in via D'Amelio ha detto: "Luigi Ilardo voleva parlare anche della morte di mio figlio - ha detto -. E prima di mettere piede in caserma è stato ucciso. Mio figlio è stato preso dagli uomini deviati dello Stato".
"Sono ancora tanti i pezzi che mancano alla ricostruzione della strage di via D'Amelio - ha detto il vicecapo del Dap Roberto Tartaglia, arrivando sul luogo della strage -. Una cosa possiamo dirla con certezza: Via D'Amelio è stata una storia brutta, passa tutto attorno al mistero dell'accelerazione, cioè di chi ha deciso e i motivi che hanno portato Riina di accelerare un'iniziativa che non era in programma. Il collaboratore Cancemi racconta di avere capito che Riina aveva premura e che aveva la sensazione che avesse un impegno preso - dice - ecco, gran parte dei pezzi che mancano su via D'Amelio sono legati a questa accelerazione". E spiega: "Fino a quando non riusciremo a capire cosa c'è dietro quella accelerazione, sono convinto che quel nodo allo stomaco che c'è ogni anni per questa celebrazione non andrà mai via. Apprezziamo che tanta gente è venuta qui ma non basta per fare tornare il sorriso".
Il sindaco aveva disposto l'esposizione delle bandiere a mezz'asta negli edifici comunali e si è recato due volte sul luogo della strage. La prima in mattinata, quando tra gli altri erano presenti il ministro Giuseppe Provenzano e il prefetto Giuseppe Forlani, per un incontro commemorativo organizzato dal Centro studi "Paolo e Rita Borsellino" sotto l'albero della Pace e poi nel pomeriggio dove è stato osservato il minuto di raccoglimento in ricordo delle vittime.
"Commemorare non è un valore o un disvalore in sè - ha detto Orlando -, ma ciò che conta è il come si commemora. Si fa memoria parlando di vita e non di morte. L'albero della pace evoca la vita. E’ stato il grande impegno di Rita Borsellino: spiegare il sacrificio di Paolo e di chi è morto ventotto anni fa. E’ importante far leva sull'amore per la vita dei palermitani. Quella di via D'Amelio è stata l'ultima grande strage commessa dalla mafia, legata ad una trattativa che era segno che non c'era più identificazione fra mafia e Stato".