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Cronaca

Ustica, “Cento milioni ai parenti” Giovanardi: “Ricorreremo in appello”

Il tribunale di Palermo ha condannato i ministeri di Difesa e Trasporti a risarcire i familiari delle vittime della strage. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: "Sentenza basata su visione ideologica dei fatti"

Colpevoli di “omissioni e negligenze”, oltre che dei depistaggi che furono intentati nell’inchiesta sulla strage di Ustica. E’ questa la sentenza arrivata ieri dal giudice Paola Protopisani della terza sezione civile del Tribunale di Palermo, che condanna i dicasteri della Difesa e dei Trasporti al risarcimento di 100 milioni per i parenti delle vittime. Al termine delle inchieste penali, i familiari delle 81 vittime della tragedia aerea decisero di intraprendere un giudizio civile per chiedere un risarcimento danni. L'istruttoria è durata tre anni: “La sentenza - spiegano gli avvocati delle famiglie delle vittime che hanno promosso l'azione civile - è stata depositata all'esito di una lunga ed articolata istruttoria, nella quale il Tribunale ha avuto modo di apprezzare e valutare tutte le emergenze probatorie già emerse nel procedimento penale”.

Secondo i legali “il risultato della vicenda processuale rende giustizia per la ultratrentennale tortura che i parenti delle vittime hanno dovuto subire ogni giorno della loro vita anche a causa dei numerosi e comprovati depistaggi di alcuni soggetti deviati dello Stato”. La sentenza potrebbe aprire nuovi percorsi per la ricerca della verità. Infatti, secondo i legali, fu un missile - probabilmente di nazionalità francese o statunitense - ad abbattere il volo del DC9 Itavia, come alcuni testimoni, tra cui l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, hanno affermato durante il processo. “ Ci si auspica vivamente - proseguono gli avvocati - che chi di dovere, nell'ambito delle proprie attribuzioni parlamentari, avvii ogni opportuna, ed a questo punto indefettibile, azione nei confronti della Francia e degli Stati Uniti affinché sia finalmente ammessa, dopo più di un trentennio, la responsabilità per il gravissimo attentato”.

NUOVI SCENARI LIBICI. Secondo i legali, con la caduta del regime di Gheddafi, dagli archivi libici potrebbero emergere informazioni utili a chiarire il mistero : “In concomitanza della caduta del regime di Gheddafi, la nazione sia direttamente informata del contenuto degli archivi dei servizi segreti libici nei quali si ha ragione di ritenere che siano contenuti ulteriori documentazioni rilevanti sul fatto. E ciò consentendosi un accesso diretto da parte dell'Italia senza alcuna manomissione”.

LO STATO RICORRE IN APPELLO. “Sentenza basata su una visione ideologica dei fatti, impugneremo la sentenza”. Lo ha detto il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, intervenuto sulla vicenda in conferenza stampa con il sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture, Aurelio Misiti. “La sentenza del Tribunale civile di Palermo – ha detto Giovanardi - per quello che sembrano essere le motivazioni, è in totale contrasto con la sentenza della Cassazione, già passata in giudicato, e con le altre sentenze del Tribunale civile di Roma. "Il governo ha fatto assoluta chiarezza sui fatti, dunque è chiaro che nella sentenza ci si e' basati su una visione ideologica e, come sostiene la sentenza della Cassazione, si ricorre alla fantascienza quando si sostiene che poiché non si è trattato di una bomba allora per forza devono esserci stati altri aerei in volo quella notte”. Il sottosegretario conclude con un paragone tra due diverse vicende giudiziarie: "E' come se un magistrato dopo l'assoluzione di Tortora dicesse che per lui Tortora resta comunque colpevole e questo e' significativo dello stato della giustizia in Italia".
 

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