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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Il giorno di Borsellino, Sassoli: "Ferita ancora aperta, uno dei fatti più bui della nostra storia"

Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo in un video messaggio mandato in occasione del ricordo del giudice e della sua scorta diffuso durante la manifestazione in via D'Amelio. Maria Falcone: "Per chi ha vissuto quei giorni la memoria di quell’orrore è indelebile"

La strage di via D'Amelio è "una ferita ancora aperta" e uno dei fatti "più bui della nostra storia". Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in un video messaggio mandato in occasione del ricordo di Paolo Borsellino e della sua scorta. Messaggio che è stato diffuso durante la manifestazione organizzata dal centro studi intestato al magistrato e alla sorella Rita.

"Borsellino - ha detto Sassoli - era un giudice che aveva il senso dello Stato, un magistrato scrupoloso, coraggioso nell'applicazione delle leggi: un esempio su come si deve amministrare la giustizia. Con il suo amico e collega Giovanni Falcone ha incarnato pienamente l'impegno rispetto ai valori della legalità. Ricordare le stragi del 1992 vuol dire anche valorizzare la professionalità e la straordinaria umanità di questi servitori dello Stato animati da principi etico-morali, due persone che amavano la vita, consapevoli dei rischi".

Le loro strategie investigative e il loro metodo di lavoro, ha aggiunto Sassoli, continuano a rappresentare un "modello virtuoso della lotta alla criminalità organizzata". Un modello sempre attuale anche in una fase le mafie sono diventate un fenomeno internazionale. Per questo serve un'azione coordinata a livello europeo e internazionale. E proprio la Commissione europea "ha lanciato una strategia unitaria" per la lotta alla criminalità organizzata facendo un passo avanti "verso la cooperazione tra le diverse polizie europee e le autorità giudiziarie dei nostri paesi per condividere dati, informazioni, inchieste". Sassoli ha poi toccato il tema delle risorse avvertendo come sia importante "un corretto utilizzo dei fondi perché non finiscano in mani sbagliate. Sconfiggere le mafie - conclude Sassoli - è possibile, ha concluso, con scelte appropriate. L'Europa ha riconosciuto, per esempio, l'importanza della normativa italiana sulla confisca dei beni e sul loro utilizzo in favore della collettività".

E nel giorno del 29esimo anniversario non poteva mancare il ricordo di Maria Falcone - sorella di Giovanni, il giudice ucciso a Capaci - e presidente della Fondazione che del magistrato porta il nome. "Tornano alla mente le immagini terribili dell’attentato - dice - degli effetti devastanti dell’autobomba che stroncò la vita di Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e di Emanuela Loi. Per chi ha vissuto quei giorni la memoria di quell’orrore è indelebile, ma conforta che il ricordo delle vittime resti vivo a dispetto del tempo passato e che sia diventato patrimonio di tutti, anche di chi quel giorno non era nato”.

“Con Paolo Borsellino, che rimase al suo posto pur sapendo di rischiare la stessa sorte di Giovanni Falcone, non ricordiamo solo l’uomo, le sue grandi qualità, il suo coraggio, ma soprattutto i suoi valori, quel senso di giustizia e di libertà che deve ispirarci tutti. - aggiunge Maria Falcone - La Fondazione Falcone in questo 29esimo anniversario dell’attentato ha voluto manifestare la sua gratitudine a Borsellino facendo omaggio alla sua famiglia e alla città di Palermo di un murale che lo raffigura e che è stato realizzato vicino a quello che ritrae Giovanni Falcone". "Abbiamo chiamato l’opera, di Andrea Buglisi, ‘La Porta di Giganti’ in memoria di due uomini che hanno lasciato un ricordo indelebile e che sono tornati vicini, come vicini sono stati in vita, sulle facciate di due palazzi di questa nostra città che ha tanto bisogno di bellezza e riscatto”, conclude. 

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