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Nel 2020 interruzioni idriche solo in 11 città italiane: 7 sono in Sicilia e una è Palermo

Nel capoluogo l'erogazione è stata sospesa per 183 giorni. Lo dicono i dati pubblicati dall'Istat in un focus tematico per la Giornata mondiale dell'acqua

Nel 2020, ben 11 comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, localizzati tutti nel Mezzogiorno, hanno fatto ricorso a misure di razionamento nella distribuzione dell'acqua potabile, disponendo la riduzione o sospensione dell'erogazione idrica. Tra questi comuni 7 sono in Sicilia, uno è Palermo dove l'erogazione idrica è stata sospesa nell'arco dell'anno per 183 giorni. Lo dicono i dati pubblicati dall'Istat in un focus tematico per la Giornata mondiale dell'acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e celebrata ogni anno il 22 marzo. Il report presenta i risultati provenienti da diverse indagini, elaborazioni e analisi e offre una lettura integrata delle statistiche sulle acque con riferimento agli aspetti legati al territorio e alla popolazione

Il razionamento delle forniture di acqua nelle città siciliane è dovuto alla forte obsolescenza dell'infrastruttura idrica, dei problemi di qualità dell'acqua per il consumo umano e dei sempre più frequenti episodi di riduzione della portata delle fonti di approvvigionamento, che rendono scarsa o addirittura insufficiente la disponibilità della risorsa idrica in alcune aree del territorio. Rispetto al 2019 il numero di Comuni interessati da misure di razionamento è aumentato di due unità, ma è rimasto sostanzialmente invariato il numero di giorni oggetto di misure emergenziali volte ad assicurare la distribuzione dell'acqua ai cittadini. Misure di razionamento sono state adottate in quasi tutti i capoluoghi della Sicilia (tranne a Messina e Siracusa), in due della Calabria (Reggio di Calabria e Cosenza), in un capoluogo abruzzese (Pescara) e in uno campano (Avellino). In quattro capoluoghi le restrizioni nella distribuzione dell'acqua potabile sono state estese a tutto il territorio comunale: Enna, dove l'erogazione dell'acqua è stata sia sospesa che ridotta (32 giorni); Pescara, dove il servizio è stato ridotto solo in alcune ore della giornata, specialmente nelle ore notturne o nelle prime ore mattutine (74 giorni); Cosenza e Reggio di Calabria, dove le misure sono state adottate per fascia oraria e a giorni alterni (rispettivamente per 366 e 77 giorni). L'adozione di misure di razionamento solo per una parte del territorio comunale ha coinvolto sette capoluoghi di provincia (a parte Avellino, tutti situati in Sicilia); due casi in più rispetto all'anno precedente. Le misure restrittive hanno interessato circa 227mila residenti, soprattutto siciliani (13,9% della popolazione residente nei capoluoghi della regione).

A Catania la distribuzione dell'acqua è stata ridotta per fascia oraria per sei giorni nel mese di luglio. Ad Avellino e Palermo l'erogazione dell'acqua è stata sospesa nell'arco dell'anno, rispettivamente per 11 e 183 giorni, per fascia oraria, soprattutto nelle ore notturne, per consentire il riempimento delle vasche di alimentazione della rete di distribuzione, coinvolgendo rispettivamente il 18,8% e l'11,1% dei residenti. A Caltanissetta il 20,8% dei residenti è stato sottoposto a una riduzione o sospensione nell'erogazione dell'acqua per complessivi 211 giorni. A Ragusa si è fatto ricorso a turni di erogazione o sospensione dell'acqua per 75 giorni in alcune zone della città, interessando il 13,9% dei residenti. Le situazioni più critiche ad Agrigento e Trapani, dove l'erogazione dell'acqua è stata sospesa o ridotta in tutti i giorni dell'anno, con turni diversi di erogazione estesi a tutta la popolazione residente.

Nel 2021, l'86% delle famiglie allacciate alla rete idrica comunale si ritengono molto o abbastanza soddisfatte del servizio. Il livello di soddisfazione varia sul territorio in misura piuttosto marcata: sono molto o abbastanza soddisfatte il 92% circa delle famiglie residenti al Nord, l'84,1% di quelle del Centro e l'82,4% nel Sud; nelle Isole la percentuale scende al 69,8%. A livello regionale, anche per il 2021 si confermano significativi livelli di insoddisfazione in Sicilia (30,2% le famiglie poco o per niente soddisfatte), Sardegna (29,8%), Calabria (28,9%) e Abruzzo (23,1%). Il giudizio espresso dalle famiglie riguardo ai diversi aspetti del servizio di fornitura di acqua potabile nelle abitazioni (regolarità della fornitura, livello di pressione, odore, sapore, limpidezza dell'acqua, frequenza della lettura dei contatori e della fatturazione e comprensibilità delle bollette) esprime, nel 2021, complessivamente non piena soddisfazione.
 

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