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Cronaca

Sprechi per 2 milioni sul trasporto dei malati al Policlinico, prosciolto un dipendente

La Corte dei conti ha chiuso il procedimento nei confronti di Maurizio D'Angelo, che è riuscito a liberarsi di questo peso poco prima di raggiungere la pensione. L'avvocato: "Criticità imputabili all'azienda ospedaliera nel suo complesso"

Era stato citato in giudizio per un presunto danno erariale da quasi 2 milioni di euro. La sezione giurisdizionale per la Regione siciliana della Corte dei conti ha prosciolto Maurizio D’Angelo, finito nel mirino della procura contabile per i pagamenti del servizio di trasporto malati, affidato alla Italy emergenza cooperativa sociale, all’interno del Policlinico Paolo Giaccone. Il presidente Guido Carlino ha liquidato le spese legali, pari a 4.350 euro, ponendole a carico dell’amministrazione di appartenenza.

La procura aveva rilevato diverse criticità in relazione all’affidamento del servizio e alla gestione dello stesso, “con particolare riguardo - si leggeva in una nota della Corte dei conti - alle prestazioni remunerate alla società affidataria che esorbitavano quelle pattuite contrattualmente”. Per la stessa vicenda la Corte dei conti aveva disposto già a novembre 2019 l’archiviazione per un ragioniere 68enne in servizio nello stesso per “l’insussistenza di elementi sufficienti a sostenere in giudizio la sua posizione di responsabilità”.

D’Angelo, tramite gli avvocati Alessandro Buttelli dello studio legale Riccardo Vitello, ha sostenuto “che le criticità imputate al dipendente in realtà fossero ascrivibili all'azienda ospedaliera nel suo complesso. Azienda - spiegano i legali - che aveva denunciato i fatti anche se era consapevole di non esser riuscita ad attivare tutte le figure chiave dei capitolato speciale di appalto per il trasporto dei pazienti. Dette figure avrebbero dovuto vigilare sull’esecuzione del contratto e invece tale responsabilità veniva addebitata al D’Angelo”.

“Siamo soddisfatti - commentano gli avvocati - del risultato raggiunto. Dopo tanti anni di onorata carriera D’Angelo, lavoratore infaticabile quale amministrativo di concetto, non meritava di andare in pensione portandosi dietro questo fardello. Non è stato semplice ma siamo riusciti a fare chiarezza all'interno di un farraginoso meccanismo di gestione ospedaliera di questo contratto di appalto, escludendo la responsabilità di un soggetto, il mio assistito, che aveva solo fatto il proprio compito evitando che si bloccasse un servizio fondamentale”.

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