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Cronaca

Niente "spese pazze" all'Ars, Innocenzo Leontini assolto in appello

Ribaltata la sentenza di primo grado. I fatti contestati all'eurodeputato uscente di Fdi, risalivano al periodo 2008-2012 quando era capogruppo del Popolo della Libertà all'Assemblea regionale siciliana

Innocenzo Leontini, eurodeputato uscente di Fratelli d'Italia, è stato assolto dalla Corte d'Appello di Palermo dall'accusa di peculato. I fatti contestati a Leontini risalivano al periodo 2008-2012, quando era capogruppo del Popolo della Libertà all'Assemblea regionale siciliana. La Corte d'appello ha ribaltato la sentenza di primo grado, quando i giudici lo avevano condannato a due anni con pena sospesa.

"Sono felice - ha detto Leontini nel corso di una conferenza stampa - perché questa sentenza mi riscatta da anni di angoscia e restituisce alla mia persona e alla mia attività luce e trasparenza. Non ho più conti con la giustizia, né dimostrazioni da dare. La mia è sempre stata una condotta irreprensibile sottoposta al rispetto delle leggi. La mia è un'assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste - ha spiegato -. In primo grado ero stato condannato perché si era ritenuto che i fondi in dotazione al gruppo parlamentare da me presieduto non potessero essere utilizzati per spese di rappresentanza. Il compito mio e dei miei avvocati era quello di dimostrare che le finalità di rappresentanza, non solo erano contemplate in tutte le leggi vigenti dell'epoca, ma erano proprie dell'attività di un gruppo parlamentare composto da 34 deputati come quello che guidavo all'inizio della XV legislatura. In cinque anni ho gestito una somma complessiva di cinque milioni di euro - ha sottolineato Leontini - E nell'ambito di questa dotazione, avevo una disponibilità del 10 per cento, prevista per legge, per finalità relative alla presidenza".

Di quella somma, che "non ho mai utilizzato se non in minima parte" ha sottolineato Leontini, gli sono state contestate spese per 7.500 euro e destinate ad alcuni regali, risalenti ai periodi pasquali e natalizi, fatti a membri parlamentari e ad autorità civili, militari ed ecclesiastiche, "secondo una tradizione consolidata da almeno sessant'anni. Non si è trattato di un'iniziativa personale, tanto meno di un'innovazione. Oggi sono libero di scegliere se continuare o meno a fare politica, ma senza portarmi dietro alcun fardello".

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