Agguato allo Zen, i parenti della vittima: "Erano amici e la droga non c'entra, perché ha sparato?"
Parlano i fratelli di Emanuele Cipriano che, nel frattempo è stato dichiarato fuori pericolo dai medici. "Nostra madre ha sentito i colpi e si è affacciata, l'ha visto insanguinato mentre l'altro scappava. Fino a sabato erano stati insieme: è inaccettabile". Si attende l'udienza di convalida del fermo per Giacomo Cusimano accusato del tentato omicidio
Dopo aver sentito gli spari, si è subito affacciata e si è ritrovata davanti suo figlio insanguinato e un uomo che con uno scooter si allontanava da via Nedo Nadi, allo Zen. E' questa la scena terribile che ha visto ieri mattina la madre di Emanuele Cipriano, il giovane meccanico ferito da tre colpi di pistola, per il quale si è temuto e che però oggi pomeriggio è stato dichiarato fuori pericolo dai medici di Villa Sofia. I suoi parenti, a cominciare dai suoi fratelli, Calogero, Giuseppe e Francesco, non sanno spiegarsi il perché dell'agguato: "Una cosa è certa però - dicono - Emanuele è incensurato e non ha mai avuto nulla a che fare con il mondo della droga".
Fermato un uomo per tentato omicdio
La pista di un regolamento di conti legato allo spaccio, in questa prima fase di indagine, è una di quelle finora privilegiate dalla squadra mobile. Tuttavia, non ha precedenti per questo tipo di reato neppure l'indagato per il tentato omicidio, Giacomo Cusimano, che è stato fermato qualche ora dopo la sparatoria, grazie alle indicazioni fornite da alcuni testimoni. E' coetaneo della vittima e i due erano anche amici, "si sentivano spesso", spiega Calogero Cipriano a PalermoToday. Durante l'interrogatorio, Cusimano, che è difeso dall'avvocato Giulio Bonanno, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.
"Non sappiamo davvero spiegarci perché è successo tutto questo - dice ancora il fratello della vittima, che con gli altri parenti si è rivolto all'avvocato Antonio Turrisi - ma di sicuro Emanuele non c'entra nulla con lo spaccio. Nel fine settimana, sabato o domenica, mio fratello è uscito con mio padre, che è invalido e si muove su una sedia a rotelle, e proprio insieme a Cusimano. Hanno fatto un giro... E lui ieri si presenta e gli spara? Per noi è incomprensibile, oltre che inaccettabile".
Calogero Cipriano aggiunge che "subito dopo la sparatoria, mio fratello era cosciente, ha parlato con mia moglie e sono riuscito a salutarlo anch'io quando è arrivato a Villa Sofia". Poi le sue condizioni si sono notevolmente aggravate, è stato operato, intubato e portato in Rianimazione con riserva sulla vita. "Oggi pomeriggio - continua Calogero Cipriano - ci hanno comunicato che per fortuna è fuori pericolo e che domani lo sposteranno in Chirurgia. E' stato raggiunto da tre proiettili, uno al fegato, un altro a un rene e il terzo, che i medici hanno deciso al momento di non toccare, vicino alla colonna vertebrale".
A coordinare le indagini sul tentato omicdio di Cipriano è il sostituto procuratore Andrea Fusco e, per ora, oltre al movente, manca all'appello anche l'arma utilizzata per sparare. Cusimano è stato sottoposto allo stub, per rilevare l'eventuale presenza di polvere da sparo, e si attende l'esito dell'accertamento.