L'incidente, la rissa e la sparatoria in via Regina Bianca: chieste tre condanne
Dopo uno scontro tra uno scooter e una macchina, a settembre del 2019, nella strada della Zisa si scatenò una faida a colpi di pistola tra due famiglie. Gli imputati vennero arrestati nel luglio successivo. Adesso per loro la Procura ha invocato pene tra i 3 e i 12 anni di reclusione
Un incidente stradale e poi via Regina Bianca, alla Zisa, in pieno giorno si era trasformata in un Far West. Per la sparatoria avvenuta il 16 settembre del 2019, una specie di faida tra due nuclei famigliari, adesso il procuratore aggiunto Ennio Petrigni ed il sostituto Andrea Zoppi hanno chiesto tre condanne al gup Annalisa Tesoriere, che sta celebrando il processo con il rito abbreviato.
Nello specifico, il pubblico ministero ha invocato una pena di 12 anni per Antonino Gargano, di 6 anni per Gianluca Giordano e di 3 anni e 4 mesi per Davide Gargano. Nelle prossime settimane la parola passerà ai loro difensori, gli avvocati Salvatore Ferrante, Raffaele Bonsignore, Salvatore Agrò e Debora Speciale, e la sentenza dovrebbe arrivare a metà maggio.
Inizialmente non fu semplice ricostruire cosa avrebbe scatenato la sparatoria in via Regina Bianca, si ipotizzò un regolamento di conti per questioni di droga. Poi la svolta, a luglio dell'anno scorso, quando i tre imputati furono arrestati. Secondo gli inquirenti, la rissa tra le due famiglie sarebbe nata dal danneggiamento di una Ford Fiesta da parte di uno scooter. Davide Gargano, "reo" di aver chiesto spiegazioni sulla dinamica dell'incidente, era stato poi pestato a sangue ed era finito in ospedale in gravissime condizioni.
Proprio quest'aggressione avrebbe poi scatenato la reazione dei parenti della vittima, tra cui Antonino Gargano, con un raid a colpi di pistola contro Giuseppe Giordano e suo figlio Gianluca. Fu quest'ultimo ad avere la peggio perché venne raggiunto da alcuni proiettili al femore e al polso, mentre suo padre fu colpito solo di striscio.
Antonino Gargano, che avrebbe detenuto illecitamente l'arma usata durante la sparatoria, era inizialmente sparito dalla circolazione, salvo presentarsi tre giorni dopo dai carabinieri. Le accuse per gli imputati sono a vario titolo di tentato omicidio, rissa, lesioni personali e detenzione e porto abusivo di arma da sparo.
La difesa dei Gargano ha già depositato una consulenza medico-legale che escluderebbe il tentato omicidio nei confronti dei Giordano perché le ferite riportate sarebbero state guaribili in 40 giorni per il figlio e in 5 per il padre.