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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

"Me l'avete suc...": esulta per i domiciliari e lo scrive su Facebook: trasferito in carcere

Francesco Gelfo, 31 anni, è una delle otto persone arrestate allo Zen grazie all'operazione della guardia di finanza "Africo". Il post pubblicato sui social è accompagnato dalla canzone "Rispetto e libertà" di Nello Amato

A poche ore dal suo arresto, con l’operazione Africo, aveva pensato di esternare tutta la sua gioia per la decisione del gip di non applicargli la misura cautelare del carcere. E così ha aperto Facebook, ha pubblicato il video in cui viene ripreso mentre esce in manette dal comando della guardia di finanza e ha scritto: "Me l’avete suc… Sono a casa con gli arresti domiciliari". Un commento - accompagnato dalle note di "Rispetto e libertà" del neomelodico Nello Amato - costato caro a Francesco Gelfo (31 anni), indagato per aver venduto mezzo chilo di hashish e ora rinchiuso al Pagliarelli.

Dipendente Rap spacciava con il mezzo di servizio | video

Nel blitz di martedì della sezione antidroga del Gico sono finiti in manette in otto. Sono accusati di aver messo su un business da un milione e mezzo di euro l’anno gestendo parte della piazza dello Zen e rifornendo grosse quantità di hashish, cocaina e marijuana che venivano spacciate pure a Carini. Gelfo, a gennaio 2019, viene intercettato durante l’incontro con un altro degli indagati, Francesco Alamia, al quale spiega di non avere grosse disponibilità di stupefacenti: "Un chilo lo devo dare a quello, un chilo e mezzo a quell’altro...".

Lo sfottò sui social gli costa caro, Francesco Gelfo va in carcere: le immagini |video

All’incontro c’era anche una terza persona che, dopo aver fatto il punto sulle scorte, si confronta con Gelfo e gli dice: "Quello è già venuto due volte, posso fare che un chilo lo do a lui e mezzo a te". Subito dopo, si legge nell’ordinanza del gip, "Alamia consegna 800 euro ad Enrico quale corrispettivo della cessione dei 500 grammi di hashish. Sulla scorta delle considerazioni che precedono, si ravvisano gravi indizi di colpevolezza a carico di Gelfo, da ritenere ‘socio’ di un soggetto indicato in atti come ‘Enrico’".

Il quadro indiziario raccolto dalla guardia di finanza aveva convinto il gip che per Gelfo fossero sufficienti gli arresti domiciliari. La misura cautelare però presuppone che l’indagato, sino a nuove disposizioni, non possa comunicare con nessuno all’esterno né tantomeno utilizzare i social. Il trentunenne invece, forse per spocchia o per far sapere di essere ancora "operativo", ha deciso di scrivere quel post che non è sfuggito ai militari del Gico che oggi hanno eseguito un nuovo provvedimento del giudice e lo hanno accompagnato in carcere.

"L'episodio in questione - afferma il comandante del Nucleo Pef, Gianluca Angelini - è emblematico di come i social possano diventare anche uno strumento di propaganda criminale. Per questa ragione è fondamentale dare una segnale per riaffermare la legalità nei confronti di chi pensa di potere vivere al di sopra della legge".

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