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Tribunale / Sperone

Spaccio allo Sperone e droga confezionata pure davanti ai bambini: 47 condanne e 3 assoluzioni

Il processo si è svolto con il rito abbreviato e si è concluso a poco più di 10 mesi dagli arresti. E' nato dall'inchiesta "Nemesi" dei carabinieri con cui a novembre dell'anno scorso si era scoperto il business dal valore di oltre un milione e mezzo all'anno. Diversi ragazzini furono tolti alle loro famiglie visto il degrado in cui stavano crescendo

Un business a conduzione famigliare che avrebbe fruttato oltre un milione e mezzo all'anno. E' così che avrebbero tirato a campare tantissime persone dello Sperone, che non avrebbero esitato a suddividere e confezionare dosi di hashish e cocaina anche davanti ai loro figli piccoli. Oggi il processo nato dall'inchiesta "Nemesi" dei carabinieri, si è concluso con ben 47 condanne e 3 assoluzioni.

Ad emettere la sentenza, al termine del rito abbreviato, è stato il gup Rosario Di Gioia che ha in buona parte accolto le richieste dei sostituti procuratori Bruno Brucoli e Giorgia Spiri che avevano coordinato l'inchiesta assieme all'aggiunto Salvatore De Luca, oggi a capo della Procura di Caltanissetta. Nello specifico sono stati assolti Marco Cucina, difeso dall'avvocato Riccardo Bellotta, Marcella Tuttoilmondo, assistita dall'avvocato Sabrina Puglia, e Rosario Cozzo, difeso dall'avvocato Giuseppe Minà.

Spaccio e reddito di cittadinanza: così si sfama lo Sperone

Per tutti gli altri, invece, sono arrivate le condanne, in alcuni casi molto pesanti: Paolo Altieri 14 anni e 10 mesi, Gianluca Altieri 15 anni, Paola Balistreri 10 anni e 8 mesi, Cristian Biscotto Volo 6 anni e 8 mesi, Christian Catanzaro 7 anni, Davide Di Carlo 7 anni, Francesco Paolo Nuccio 6 anni e 10 mesi, Giovanni Nuccio 15 anni e 8 mesi, Fabrizio Nuccio 14 anni e 8 mesi, Alessio Serio 14 anni, Andrea Serio 6 anni e 10 mesi, Roberto Serio 14 anni e 8 mesi, Alessandra Cannizzo 6 anni e 8 mesi, Andrea Argeri 7 anni e 4 mesi, Umberto Felice Tumminia 6 anni e 8 mesi, Giuseppe Balistreri 6 anni e 10 mesi, Calogero Benigno 3 anni, Pietro Di Paola 4 anni, Stefano Bologna un anno, Mario Brancatello 9 anni, Pietro Paolo Marino 8 anni e 4 mesi, Salvatore Calafiore 9 anni, Michele Bravo 9 anni, Franco Pantaleo un anno e 2 mesi, Stefano Costa 2 anni e 2 mesi, Raffaele Costa 2 anni e 2 mesi, Giovanni Chifari 3 anni e 2 mesi, Marco Marcianò 4 anni, Salvatore Di Pietra un anno e 8 mesi, Davide Dispensa un anno e 8 mesi, Giorgio Federico 6 anni e 8 mesi, Antonino Leto 4 anni e 2 mesi, Giorgio Leto 2 anni e 2 mesi, Giuseppe Lo Coco un anno e 8 mesi, Lorenzo Lonardi Rotolo 2 anni e 8 mesi, Riccardo Machì 9 anni, Angelo Mangano un anno e 8 mesi, Maria Mangiapane 7 anni, Rosalia Mantegna 6 anni e 8 mesi, Emanuel Milazzo Gandolfo 6 anni e 8 mesi, Gabriele Mistretta un anno e mezzo, Antonino Nicosia 6 anni e 10 mesi, Michele Pantaleo un anno, Alessio Sammartino 7 anni e 2 mesi, Claudio Savoca 2 anni, Benedetto Scafidi un anno e 4 mesi, Cinzia Salvaggio 6 anni e 8 mesi, Rosario Vitrano 2 anni e 4 mesi.

"Venti euro per spacciare sono pochi, non lavoro più..."

Per gli imputati la Procura aveva chiesto ed ottenuto il giudizio abbreviato e così la data del processo era stata fissata a neanche due mesi dagli arresti, compiuti il 2 novembre dell'anno scorso. Così il processo si è chiuso in primo grado a poco piùm di 10 mesi dall'ordinanza di custodia cautelare. Dall'inchiesta era emerso che molte famiglie dello Sperone si mantenevano in parte con il reddito di cittadinanza ed in parte con lo spaccio. 

Alcuni pusher si sarebbero poi lamentati del compenso che avrebbero percepito, appena 20 euro per turni massacranti e alcuni avrebbero persino deciso di smettere di spacciare, trovandolo poco remunerativo. In seguito a queste indagini, inoltre, diversi ragazzini su disposizione del tribunale dei Minori sono stati tolti alle loro famiglie, visto il contesto di degrado in cui stavano crescendo.

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