Il processo per spaccio dura anni: 7 condannati, ma per 22 imputati scatta la prescrizione
I primi episodi contestati dalla Procura risalgono anche a 15 anni fa. L'inchiesta ipotizzava l'esistenza di due bande che avrebbero smerciato hashish, cocaina ed eroina tra il centro, la Guadagna e Santa Maria di Gesù. Nel 2012 vennero chiesti degli arresti ma il gip rigettò in tronco l'istanza. Arriva anche un'assoluzione
In alcuni casi le contestazioni risalgono addirittura a quasi 15 anni fa e oggi pomeriggio, la terza sezione del tribunale ha finalmente messo un (primo) punto a un'inchiesta su due presunte bande di spacciatori, che avrebbero smerciato droga tra il centro città, la Guadagna e Santa Maria di Gesù, intessendo persino contatti - secondo la Procura - con la Calabria e la Campania. E la sentenza di primo grado - come raramente accade nelle vicende di droga - ha portato sì a 7 condanne e ad un'assoluzione, ma anche - e soprattutto - alla prescrizione per ben 22 imputati. Per un'altra persona i giudici hanno dichiarato il non doversi procedere per ne bis in idem (ovvero l'impossibilità di essere processati due volte per la stessa contestazione).
Il verdetto è stato emesso dal collegio presieduto da Fabrizio La Cascia e le lungaggini, però, non sono dipese dalla durata del dibattimento, quanto da quella delle indagini preliminari. Basti pensare che la Procura avanzò una richiesta di custodia cautelare - integralmente rigettata dal gip - circa dieci anni fa, contestando episodi di spaccio (anche di pochissimi grammi di "fumo", cocaina ed eroina) risalenti anche al 2006.
L'unico assolto è Carlo Marchese, mentre è stato prosciolto per ne bis in idem Antonino Giuseppe Galfano. La condanna più alta - 9 anni di carcere - è stata inflitta a Domenico Scarantino. Sette anni per Ignazio Aliotta, 4 anni (in continuazione con altre condanne) sia per Giorgio Napolitano che per Emanuele Scarantino, 2 anni e mezzo (in continuazione) per Franceaco Antonio Fumuso, e infine 2 anni e 2 mesi a testa per Antonino Lucera e Raimondo Palazzo.
La prescrizione è scattata invece per Fabrizio Tabbita, Sergio Napolitano, Alessandra Caltabellotta, Giorgio Vermiglio, Maurizio Vesco, Giuseppe Aliotta, Diego Cigna, Francesco Tarantino, Piero Saitta, Antonino Terrana, Filippo Paganello, Alfonso Messina, Ignazio Mavilla, Ivan Davì, Gioacchino Favaloro, Salavatore Favaloro, Giovanni Meli, Tommaso Marchese, Gaetano Zito, Serafino Colombo, Marco Orefice e Salvatore De Lisi. Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Giuseppe Avarello, Antonio Turrisi, Riccardo Bellotta e Salvatore Ferrante.
L'inchiesta si basava su delle intercettazioni compiute già a partire dal 2006. Intercettazioni che, però, non sarebbero state molto chiare: gli imputati parlavano di "cose" che, secondo l'accusa, erano un riferimento alle varie sostanze stupefacenti. Durante le indagini furono compiuti poi pochi sequestri di droga e questo avrebbe reso più difficile provare la reale entità dello smercio. Tanto che gli elementi portati dal pm non furono ritenuti sufficienti nel 2012 per far scattare degli arresti.
Poi ci sono stati i tempi per chiudere le indagini, chiedere il rinvio a giudizio (ad ottobre 2014) fissare e celebrare l'udienza preliminare a gennaio del 2015. I pochi imputati che in quella circostanza avevano optato per l'abbreviato hanno ormai sentenze definitiva da diversi anni. Infine sono serviti i tempi per il dibattimento, iniziato nel 2016, e oggi, ad anni dai primi episodi contestati, è arrivata la sentenza di primo grado. E servirà altro tempo per arrivare fino alla Cassazione.