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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Belmonte Mezzagno

Da Belmonte a Palermo, missione quasi impossibile: "C'è chi percorre strade vietate al transito"

La Sp 37 è chiusa da oltre un anno e per la riapertura i tempi sono lunghi. Il sindaco: "L'alternativa che da Piano Stoppa conduce a Misilmeri è stretta e anch'essa pericolosa. Così qualcuno opta per tratti in cui c'è il rischio caduta massi"

Rischiano una multa ma soprattutto la propria incolumità per un'operazione che in teoria dovrebbe essere semplice: raggiungere Palermo da Belmonte Mezzagno. Tutto ciò perché, a causa della chiusura della Sp 37, sbarrata da oltre un anno per una frana sulla galleria paramassi di Gibilrossa, attraversano le vie alternative - la Sp 38 e la Sp 126 - nonostanti segmenti di esse siano parzialmente vietate al transito. E' quanto accade quotidianamente ai belmontesi che per lavoro o per altre necessità devono raggiungere il capoluogo.

C'è chi sceglie la Sp 38, che va verso Piana degli Albanesi, Santa Cristina Gela, Altofonte e da quest'ultimo comune verso la città tramite la Palermo-Sciacca. Chi invece percorre la Sp 126 per Misilmeri e da qui si reca nel capoluogo, imboccando la Palermo-Agrigento. "In entrambi i casi - denuncia il sindaco di Belmonte Mezzagno, Maurizio Milone - ci sono tratti chiusi per caduta massi come indicano i cartelli ma non ci sono barriere e c'è chi, dunque, vi transita perché l'unica altra scelta non è nemmeno la più agevole".

sp38 chiusa traffico

L'alternativa lecita è il tratto della Sp38 rimasto aperto che da Coda di Volpe, attraverso Piano Stoppa conduce a Misilmeri. "Di recente, proprio a causa della chiusura della Sp 37, è stato effettuato un intervento di manutenzione della cosiddetta Segretaria, che collega la Sp 38 allo scorrimento veloce Palermo-Agrigento, Ma è una strada stretta, molto transitata e anch'essa pericolosa", dice il sindaco di Belmonte Mezzagno, Maurizio Milone, eletto nello scorso giugno, sin dall'insediamento chiede alla Città metropolitana e alla Regione una soluzione per liberare i propri concittadini da questa condizione di semi-isolamento.

Una situazione di disagio che, probabilmente, diventerà cronica visti i passaggi burocratici che servono per rimettere in sesto il tunnel di Gibilrossa. Sono due i progetti in piedi per riaprire la Sp 37, ma entrambi sono alle battute iniziali. Il primo, con importo di circa 6 milioni di euro, prevede la messa in sicurezza della zona a rischio frane. "Abbiamo ottenuto tutti i pareri che servivano al sindaco della Città metropolitana, Roberto Lagalla, che ha firmato il decreto di convalida del progetto e, non avendo l'ex Provincia, i fondi necessari lo trasmettererà a Maurizio Croce, attuatore del commissario straordinario delegato per il rischio idrogeologico alla Regione. Dovrà essere poi lo stesso Croce a individuare le fonti di finanziamento e a trasferire la proposta al governo regionale", spiega Milone. C'è poi il secondo progetto, di circa 3,6 milioni di euro, che dovrà essere realizzato successivamente, per l'abbattimento e la ricostruzione di 4 campate danneggiate nella galleria paramassi. In questo caso si attende un'integrazione del piano. 

"Se i tempi venissero rispettati, ci vorrebbero circa tre anni per completare il tutto", calcola il sindaco. Milone teme che si ripeta una storia già vissuta dai belmontesi: "Cinquant'anni fa - ricorda - si verificò una frana nello stesso punto e la strada rimase chiusa per 11 anni dal 1971 al 1982".

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