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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Romagnolo / Passaggio dei Picciotti

Stoppato lo sgombero per una famiglia con due bambine a Brancaccio

Deciso il rinvio di un mese. Il Sunia, che aveva lanciato un appello alle istituzioni affinché si trovasse una soluzione alternativa, interviene per sottolineare la mancanza di una comunicazione ufficiale

Rinviato lo sgombero previsto per stamattina di una famiglia di occupanti abusivi di un'immobile confiscato di Brancaccio. Il Sunia, che aveva lanciato un appello alle istituzioni affinché si trovasse una soluzione alternativa per la famiglia, con due figli minorenni, interviene per sottolineare la mancanza di una comunicazione ufficiale sia per l'avviso di sgombero che per il rinvio.

“La famiglia non ha mai ricevuto un atto di notifica dell'ordinanza ma comunicazioni verbali - – dichiara Zaher Darwish, segretario del Sunia Palermo - Sulla pelle degli ultimi, sui poveri, dimenticati, abbandonati ed emarginati dal governo della città e dagli enti statali, si consuma ancora una volta l'approssimazione e l'inadeguatezza di chi dovrebbe adoperarsi per trovare soluzioni credibili e accettabili”.

“Così come mai era arrivata alla famiglia una comunicazione scritta dello sgombero previsto per oggi - prosegue Darwish - anche questa volta il rinvio di un mese della procedura giunge per via non ufficiale e del tutto poco consona al ruolo di rappresentanza dello Stato. Un rinvio che come al solito non rappresenta una soluzione ma uno spostamento in avanti di un dramma che provoca dolore e sfiducia nei cittadini”.

Nel presidio del 21 marzo scorso davanti alla Prefettura, i sindacati degli inquilini erano tornati a suonare l'allarme sulla delicata situazione dell'emergenza abitativa in città. E hanno chiesto di costituire un tavolo tecnico, anche con i sindacati, per poter operare una programmazione adeguata degli interventi. “Siamo in attesa di una risposta – prosegue il segretario del Sunia - Qualche anno fa erano 800 le famiglie a Palermo in emergenza abitativa, negli ultimi 5 anni siamo arrivati a 2.500 famiglie. Nei giorni scorsi è stata già sgomberata una famiglia con un minore e altre minacce incombono su altre famiglie. Chiediamo soluzioni. Gli immobili disponibili degli enti statali, inclusi i beni confiscati, devono rispondere alle esigenze delle famiglie in difficoltà”.
 

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