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Cronaca

Un palermitano al Quirinale, chi è Sergio Mattarella

Figlio di Bernardo, politico democristiano più volte ministro tra gli anni Cinquanta e Sessanta, e fratello minore di Piersanti, che nel 1980 fu assassinato da Cosa Nostra mentre era presidente della Regione Siciliana, ha 73 anni

Il palermitano Sergio Mattarella è il nuovo presidente della Repubblica. La proclamazione è arrivata intorno alle 13.15 per voce del presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha letto al Parlamento riunito in seduta comune il verbale della votazione. Mattarella, eletto al quarto voto come già "pronosticato" dal premier nei giorni scorsi, ha ottenuto 665 voti.

Sergio Mattarella è nato a Palermo e ha 73 anni. Figlio di Bernardo, politico democristiano più volte ministro tra gli anni Cinquanta e Sessanta, e fratello minore di Piersanti, che nel 1980 fu assassinato da Cosa Nostra mentre era presidente della Regione Siciliana, Sergio Mattarella in gioventù milita tra le file della Gioventù Studentesca di Azione Cattolica. Sul finire degli anni '70 diventa docente di Diritto parlamentare all'Università di Palermo.

Deputato dal 1983 al 2008, prima per la Democrazia Cristiana e poi per il Partito Popolare Italiano e la Margherita, e più volte ministro, dal 2011 è giudice costituzionale di nomina parlamentare.

Nella XII Legislatura, Mattarella è relatore della legge di riforma elettorale della Camera e del Senato che, recependo l'esito del referendum del 1993, introduceva una preponderante componente maggioritaria. Vicino per tradizione familiare alla corrente morotea della Democrazia Cristiana, alle elezioni politiche del 1983 viene eletto alla Camera nella circoscrizione della Sicilia Occidentale. Rieletto deputato nel 1987 si mantiene vicino alle correnti di sinistra del partito e in particolare al segretario politico Ciriaco De Mita. Nello stesso anno è nominato ministro dei Rapporti con il Parlamento nel governo Goria e confermato nell'incarico l'anno successivo nel governo De Mita.

Nel 1989, con la formazione del governo Andreotti VI diventa ministro della Pubblica Istruzione. Si dimette dall'incarico il 27 luglio 1990, insieme ad altri ministri della corrente di sinistra della DC, per protestare contro l'approvazione della legge Mammì di riassetto del sistema radiotelevisivo che avrebbe legittimato la posizione dominante del gruppo televisivo di Silvio Berlusconi.

Viene rieletto alla Camera nel 1992 e nello stesso anno gli viene affidata la direzione del quotidiano della Democrazia Cristiana Il Popolo. Mai sfiorato dalle inchieste su Tangentopoli, Mattarella è uno dei protagonisti del rinnovamento della DC che avrebbe condotto nel gennaio 1994 alla fondazione del Partito Popolare Italiano. Nel 1996, con l'affermazione elettorale de L'Ulivo, è di nuovo deputato e viene eletto capogruppo dei popolari alla Camera.

Durante il governo D'Alema I assume la carica di vicepresidente del Consiglio, mentre nei successivi Governo D'Alema II e Governo Amato II è ministro della Difesa.

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