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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Partinico

Mafia, sequestro milionario a Partinico: sigilli alla villa del “re del cemento” di Borgetto

Circa 4 milioni di euro il valore dell'immobile di Benedetto Valenza, già arrestato per il reato di intestazione fittizia di beni l'imprenditore

Sequestro milionari di beni al "re del cemento" di Borgetto. La polizia tributaria della Guardia di Finanza, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, ha posto i sigilli ad una villa con piscina, area Spa e boschetto privato, finemente arredata con arazzi, quadri e armature a Partinico, per un valore totale di circa 4 milioni di euro.

LE IMMAGINI DEL SEQUESTRO, VIDEO

Destinatario del provvedimento è Benedetto Valenza (nella foto a destra), 54 anni, già coinvolto in diversi processi di mafia, figlio di Salvatore e nipote di Erasmo, esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Borgetto, nonché vittime di lupara bianca, il 21 aprile del 1983, in quanto “uomini d’onore” legati al gruppo del noto boss Gaetano Badalamenti. Fin dagli anni ’90, Valenza era considerato l’imprenditore di riferimento, per la produzione di calcestruzzi, delle famiglie mafiose dei Vitale e dei Brusca, riuscendo così a raggiungere una posizione di monopolio grazie alla protezione di Cosa Nostra.

BENEDETTO VALENZA-2Nonostante il suo impero aziendale fosse stato smantellato nel luglio 2001, grazie al provvedimento di confisca emesso dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo a seguito di un'indagine da cui emerse chiaramente la sua vicinanza ai fratelli Vitale, Valenza era riuscito comunque a reinserirsi nel settore della produzione e fornitura di calcestruzzo e conglomerati bituminosi, intestando fittiziamente beni e società a vari prestanome e gestendo, in tal modo, 5 impianti di calcestruzzo ed una società di trasporto merci dislocati tra le province di Palermo e Trapani.

Nel 2007 e nel 2009 è stato arrestato per il reato di intestazione fittizia di beni, nell’ambito di indagini dalle quali, tra l’altro, erano emersi il controllo esercitato dalla mafia sugli appalti pubblici nella Sicilia occidentale e l’utilizzo di cemento depotenziato per la realizzazione delle opere, allo scopo di incrementare i profitti. Dopo un nuovo arresto sempre per il medesimo reato nel 2014, le fiamme gialle del Gico hanno eseguito un sequestro di beni del valore complessivo di circa 4 milioni e mezzo di euro.

Tra questi non era però compresa la sfarzosa villa di circa 500 metri quadri circondata da un vasto parco di 5 mila metri quadrati, dotata di ogni comfort, in quanto realizzata su un terreno ereditato dal Valenza prima della sua illecita scalata imprenditoriale. Più recenti indagini, svolte anche attraverso l’analisi dei rilievi aerofotogrammetrici dal 1994 ai giorni nostri, hanno permesso di scoprire che la costruzione dell'immobile è avvenuta tra il 1994 ed il 1998, anni in cui Valenza già viveva in pieno la propria illecita espansione imprenditoriale.

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