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Cronaca

Prelievi non autorizzati, sequestrati beni a Virga e Rappa (c'è anche un dipinto da 100 mila euro)

La guardia di finanza ha eseguito un'ordinanza nei confronti dell'amministratore giudiziario e dell'imprenditore, titolare, fra le altre cose, della Nuova Sport Car spa. Le accuse sono di peculato e sottrazione di cose sottoposte a sequestro

Nuovi grane per il "caso Rappa", sequestrato un milione di euro e un dipinto da quasi 100 mila euro del pittore palermitano Francesco Lojacono. I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno eseguito un’ordinanza di sequestro preventivo emessa dal gip Wilma Mazzara nei confronti di Vincenzo Corrado Rappa, nipote del fondatore della società, e di Walter Virga, amministratore giudiziario al quale era stato affidato l’impero sui cui sono stati apposti i sigilli dalla sezione Misure di prevenzione. Simulando la compensazione di un debito avrebbero prelevato, senza alcuna autorizzazione, oltre 500 mila euro dai conti della Nuova Sport Car spa (con sedi a Isola delle Femmine e Catania) poi versati sul conto di Rappa. Entrambi dovranno rispondere del reato di peculato e Rappa anche di sottrazione di cose sottoposte a sequestro.

All’imprenditore sono stati sequestrati un dipinto intitolato "Palermo e Monte Pellegrino" acquistato dalla casa d’aste Sotheby’s e un appartamento di 400 metri quadrati, mentre a Virga - oltre al sequestro di due appartamenti del valore di 370 mila euro - sono stati bloccati 71 mila euro tra conti correnti e polizze assicurative. Secondo quanto ricostruito dal sostituto procuratore, Claudia Ferrari, Rappa avrebbe prelevato dai conti 564 mila euro senza alcuna giustificazione contabile utilizzando quella somma per acquisti personali. "Crediti che Rappa sosteneva di vantare nei confronti della società a titolo di compenso per il ruolo di amministratore unico, poi versati in suo favore con tanto di ritenute fiscali per un ammontare di circa 473.700 euro".

Ad accorgersi del meccanismo è stata l’attuale amministratrice giudiziaria, Isabella Giannola, che incrociando dati e verificando i numeri si è accorta delle anomalie contabili e ha segnalato alla Procura spese non autorizzate dal giudice per bollette, abbonamenti, viaggi, cene, opere d’altre e altro ancora. Alla fine del 2015 il sequestro del patrimonio della famiglia Rappa era stato in parte annullato con sentenza di rinvio poiché il provvedimento originario di sequestro aveva colpito figli e nipoti di Vincenzo Rappa, che secondo i giudici non potevano essere considerati tecnicamente eredi. I beni sono però rimasti bloccati perché dopo la presentazione del ricorso da parte dei legali difensori era stato emesso un secondo provvedimenti di sequestro.

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