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Cronaca Zen

Estorsioni e droga allo Zen, sequestro da 2 milioni: "Era il referente di Cosa nostra"

I carabinieri hanno eseguito il provvedimento apponendo i sigilli a un appartamento, quattro ville (due delle quali con piscina) e conti correnti. Nel mirino Nicolò Ferrara, arrestato nell'operazione Eos, e condannato a 8 anni

Sequestrati un appartamento, quattro ville a Carini (due delle quali con piscine) e tre rapporti bancari. I carabinieri del Nucleo investigativo hanno eseguito un provvedimento di sequestro beni per un valore di circa 2 milioni nei confronti di Nicolò Ferrara, 63enne conosciuto come “Mazzè”, arrestato nel blitz “Eos” e condannato a 8 anni per estorsione, traffico di stupefacenti e occupazione abusiva di immobili.

VIDEO: SIGILLI A VILLE DI LUSSO, LE IMMAGINI

Il provvedimento è stato emesso al termine delle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dal sostituto Gaetano Guardì della Procura della Repubblica di Palermo. "L'attività investigativa patrimoniale - spiegano dal Comando provinciale - ha permesso di accertare come Ferrara e la sua famiglia, benché formalmente privi di qualsivoglia capacità economica e reddituale, fossero proprietari di numerosi beni immobili e mobili registrati derivanti dal reinvestimento delle somme illecitamente accumulate”.

Il quadro indiziario ricostruito grazie alle indagini patrimoniali svolte dai carabinieri e dalla Procura è stato condiviso dai giudici della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Gli accertamenti sono stati avviati nel maggio 2009 quando Ferrara, esponente di spicco del mandamento mafioso di San Lorenzo, è stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Eos”. Era considerato il referente di Cosa Nostra nel quartiere popolare dello Zen, dove gestiva estorsioni e traffici di stupefacenti.

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