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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Maxi sequestro di beni a un imprenditore edile imputato a Palermo

Giancarlo Iorio Gnisci è finito nel mirino della polizia anticrimine di Macerata. Al momento è imputato nel capoluogo siciliano per riciclaggio aggravato dalle finalità mafiose dato che nel corso delle indagini la Dda palermitana aveva accertato consolidati legami con Cosa Nostra tra il 2014 ed il 2015

La polizia anticrimine di Macerata ha eseguito un sequestro di beni, rapporti finanziari ed assetti societari per un valore di circa 6 milioni di euro ai danni di Giancarlo Iorio Gnisci, un imprenditore edile ed immobiliare di origini calabresi ma residente da 20 anni nelle Marche, che è attualmente imputato a Palermo.

L'uomo, che già nel 2020 era stato sottoposto alla misura di prevenzione di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per tre anni, in passato era stato infatti coinvolto in diverse vicende giudiziarie per reati tributari, finanziari, fallimentari, contro il patrimonio e la pubblica amministrazione e in materia di rifiuti.

E' imputato attualmente a Palermo per riciclaggio aggravato dalle finalità mafiose dato che nel corso delle indagini la Dda palermitana aveva accertato consolidati legami con Cosa Nostra tra il 2014 ed il 2015. "In particolare - hanno spiegato dalla polizia - l’uomo avrebbe agevolato un esponente di vertice del clan Graziano del mandamento mafioso di Resuttana (Palermo) nell’investimento di risorse economiche illecite in provincia di Roma e in Romania".

"Le indagini odierne hanno consentito di accertare come l'uomo, a fronte di una situazione reddituale contenuta, abbia costituito nelle Marche, anche attraverso l'interposizione fittizia di familiari e prestanome, un importante e articolato sistema societario operante nel settore immobiliare - spiegano gli investigatori - mediante la realizzazione di sistematiche operazioni volte a impedire la diretta riconducibilità delle strutture imprenditoriali alla sua persona". Le società, strettamente collegate tra loro, sono state utilizzate per trasferire beni, per giustificare spese e conseguente riduzioni di utili (anche con ricorso a fatturazioni inesistenti) per parcellizzare e riciclare denaro celando la disponibilità di somme proventi di reati. Il Tribunale delle misure di prevenzione di Ancona, accogliendo la proposta formulata dal procuratore e dal questore di Macerata, ha disposto il sequestro della totalità delle quote e dell'intero compendio aziendale di 14 società operanti nel settore immobiliare ed edilizio, di 27 fabbricati e 44 terreni, di tre veicoli e numerosi rapporti finanziari per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro.


 

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