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Ville, auto e società: sigilli all'impero del "re delle scommesse", sequestro da 6 milioni

Nel mirino della polizia Benedetto Bacchi, 47 anni: "Grazie a un patto con la mafia era riuscito in poco tempo a monopolizzare il settore e realizzare una rete di agenzie di scommesse abusive, capaci di generare profitti quantificati nell'ordine di oltre un milione di euro al mese"

Il "re delle scommesse", il palermitano Benedetto Bacchi, nel mirino della polizia. Sequestrati 11 beni immobili tra Palermo, Partinico e Borgetto, tre veicoli, sei rapporti finanziari, un quota societaria, quattro società con sede a Partinico, altre quattro con sede a Malta attive prevalentemente nei settori dei giochi e scommesse e dell’edilizia. La polizia ha eseguito un decreto emesso dal Tribunale di Palermo – sezione Misure di prevenzione con il quale, su proposta del Questore di Palermo, è stato disposto un consistente sequestro patrimoniale, per un valore complessivo di circa sei milioni di euro.

Bacchi, sequestrata villa lussuosa a Mondello | VIDEO

Oltre a Bacchi, 47 anni, è finito nel mirino anche Francesco Nania, 50 anni, palermitano. Nei confronti di quest'ultimo è stato invece disposto il sequestro di una società operante nel settore dell’esportazione alimentare con sede nel comune di Ottaviano, in provincia di Napoli.

"La pericolosità sociale di Bacchi e Nania - dicono dalla questura - entrambi indiziati di appartenere a Cosa Nostra, è emersa nell’ambito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Palermo confluite nell’operazione “Game over” che lo scorso 1 febbraio 2018 ha portato all’arresto di 31 persone (tra cui Bacchi e Nania) accusate a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, riciclaggio e associazione per delinquere finalizzata alla produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini hanno confermato l’esistenza di un forte mix tra l’attività dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra e la gestione e distribuzione sul territorio delle sale da gioco e di raccolta di scommesse dentro le quali, quotidianamente, si muovono consistenti flussi di denaro che rappresentano una delle più cospicue fonti di reddito degli ultimi anni per la stessa associazione criminale".

Tra gli arrestati nell'operazione di un anno fa figurava, con un ruolo di primissimo piano, proprio Bacchi, imprenditore del settore dei giochi e delle scommesse online, il quale, tramite un vero e proprio accordo contrattuale con Cosa nostra palermitana, era riuscito, nell’arco di un breve arco temporale, a monopolizzare il settore e realizzare una rete di agenzie di scommesse abusive (riferibili principalmente al marchio “B2875”), capaci di generare profitti quantificati nell'ordine di oltre un milione di euro mensili. 

"La figura di Bacchi - spiega la polizia - assume, quindi, i caratteri propri dell' “imprenditore colluso” con Cosa nostra che ha scelto deliberatamente come socio l'organizzazione mafiosa, stipulando patti con i suoi esponenti in modo da poter realizzare la strategia di espansione del proprio circuito di scommesse, offrendo in cambio elevati profitti derivanti dalla sua illecita attività. Le indagini hanno, infatti, dimostrato come parte dei profitti derivanti da questo illecito sistema venivano poi distribuiti come compenso alle famiglie mafiose, in relazione al volume d’affari dei punti scommesse distribuiti nelle varie aree di influenza mafiosa".

Le indagini patrimoniali svolti dall’ufficio Misure di prevenzione patrimoniali della divisione Anticrimine della questura di Palermo hanno consentito di ricostruire l’ingente patrimonio di Bacchi "frutto evidente - sostiene la polizia - del reimpiego dei capitali di illecita provenienza nell’acquisto di beni, anche fittiziamente intestati a prestanome, oggi colpito dal provvedimento di sequestro (tra i quali spicca una lussuosa villa in viale Margherita di Savoia)".

Con lo stesso provvedimento a carico di Bacchi è stata disposta l’amministrazione giudiziaria della SI.CO.SE S.R.L., con sede a Partinico, in quanto nell’ambito delle indagini è emerso il controllo diretto da parte sua dell’attività di impresa esercitata dalla stessa società. "Nell’ambito delle illecite relazioni affaristiche di Bacchi - sottolineano dalla questura - un ruolo essenziale è stato svolto dal suo socio occulto, Nania, capo della famiglia mafiosa di Partinico, già destinatario della misura della sorveglianza speciale di polizia, nonché condannato per la sua partecipazione all’organizzazione mafiosa, con sentenza definitiva che ha terminato di espiare nel 2013, essendo stato proprio lui il “gancio” interno a Cosa nostra che ha sostenuto Bacchi nei rapporti con la mafia. Oltre al pieno coinvolgimento nelle illecite attività di Bacchi, Francesco Nania ha sviluppato un proprio progetto imprenditoriale nel settore dell’esportazione di prodotti alimentari verso gli Stati Uniti d’America, servendosi di un commercialista campano (tratto in arresto nell’ambito dell’operazione Game Over) che fungeva da prestanome e formale intestatario della Trading Enterprise S.R.L., società adesso sequestrata".

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