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Cronaca

Sequestrati beni per otto milioni a tre presunti capi mandamento

Colpiti dal provvedimento Giancarlo Seidita, Fausto Seidita e Massimo Giuseppe Troia, accusati di essere capimafia dei clan di Cruillas, Noce e San Lorenzo

La Questura ha sequestrato beni per circa 8 milioni di euro riconducibili a tre presunti mafiosi. Il provvedimento è stato disposto dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale presieduta da Silvana Saguto. I beni sono stati sequestrati a Giancarlo Seidita, Fausto Seidita e Massimo Giuseppe Troia, presunti capimafia dei clan di Cruillas, Noce e San Lorenzo.

Sotto sequestro sono finite la società "Immobiliare Lo Valvo" con sede in via Goethe 22; la "Costruzioni srl" con sede a Misilmeri; un lotto di terreno di 3000 mq a Cardillo su cui è stato edificato un complesso immobiliare costituito da tre edifici a cinque piani e una villa a San Vito Lo Capo. Carmelo Giancarlo Seidita, indicato nei "pizzini" con l'appellativo "compare G.", e Massimo Giuseppe Troia, figlio del più noto Mariano Tullio Troia, secondo gli investigatori sarebbero inseriti in "Cosa nostra", svolgendo tra le altre cose anche il ruolo di reggenti del mandamento di Cruillas, Noce e San Lorenzo.

Entrambi, inoltre, avrebbero mantenuto e garantito, nel tempo, un costante collegamento con altri mafiosi ed in particolare con Salvatore e Sandro Lo Piccolo e con Francesco Franzese, quando costoro erano latitanti, attraverso un continuo scambio di "pizzini". Carmelo Seidita e Troia sono stati arrestati il 16 gennaio del 2008 nella prima operazione "Addiopizzo" che ha decimato il clan dei Lo Piccolo. Il nome di Fausto Seidita, fratello di Carmelo Giancarlo, è invece emerso nella recente indagine della Dda di Palermo "Mafia e appalti".

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