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Cronaca Calatafimi / Via Francesco Speciale

Patrimonio Unesco "ferito" da incuria e vandali: scatta il sequestro di Villa Napoli

Il provvedimento è stato eseguito dal nucleo investigativo per la tutela artistica e ambientale della polizia municipale. La dimora si trova nel quartiere Cuba. La struttura è da anni però preda di vandali e ladri

Sigilli a un altro pezzo di storia, la stessa da poco riconosciuta come bene Unesco. Dopo Villa Rossi, a Tommaso Natale, è scattato il sequestro per Villa Napoli, settecentesca dimora del quartiere Cuba-Calatafimi. Il bene rientra per le tracce arabo-normanne in quel percorso siciliano, da poco diventato patrimonio dell'Umanità. La struttura, però, e in particolare la Cuba Soprana - padiglione del parco reale normanno inglobato al suo interno - non era stata candidata nella World Heritage List a causa della perdita di originalità e integrità. Il provvedimento è stato messo in atto dal nucleo per la tutela del patrimonio artistico e monumentale della polizia municipale.

Sequestrata Villa Napoli - LE IMMAGINI (Foto Bonfardino)

Si tratta dell'ennesimo colpo all'edificio che ha le sue radici tra via Michele Titone e via Francesco Speciale. La villa, infatti, è stata più volte preda di atti vandalici e la sua bellezza originaria è ormai sfigurata da anni di degrado. L'antica dimora, costruita nel XII secolo come Torre Alfaina, passò negli anni sotto le mani di diverse famiglie. Dai Ventimiglia, ai Rao, passando per i Torres fino ai Napoli. Sarà proprio Don Carlo Napoli ad apportare le più grandi modifiche, mentre l'ultimo proprietario, Quintino Napoli, la cedette alla Regione

Sarà proprio Palazzo d'Orleans nel 2007 a "donare" la villa alla Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, per rimpinguarne le quote di partecipazione. Ma non è tutto. Al trasferimento seguirà infatti un'accesa querelle tra la Foss stessa, la Soprintendenza e la Regione scattata quando ci si rese conto che alcune particelle della struttura appartenevano alla Soprintendenza stessa. "Non ho ancora ricevuto i provvedimenti - spiega a PalermoToday l'architetto Lina Bellanca, responsabile della sezione per i beni architettonici della Soprintendenza - ma penso che il sequestro riguardi la parte relativa alla Foss. La fondazione, come si sa, è in crisi e non ha i fondi per procedere alla ristrutturazione. Tra l'altro a noi non è consentito di accedere a finanziamenti pubblici dal momento che il bene non è interamente regionale. La nostra posizione a riguardo è chiara da anni. Di recente poi era avvenuto un crollo accidentale di parte della recinzione, che a oggi non è stata ancora ricostruita". 

L'edificio, reso prezioso dagli affreschi di Vito D'Anna sulle volte del salone nobile e dalle fontane e statue del Gagini, è divenuto dunque habitat naturale di vandali e ladruncoli. Sono così sparite le mattonelle maiolicate e una preziosa acquasantiera dell'annessa cappella. A salvarsi e a resistere come una piccola oasi nel deserto, è la Cubula rossa, il caratteristico chioschetto a forma cubica, che si erge in mezzo al giardino tra sollazzi regi e splendidi agrumeti, a ricordare la bellezza di un periodo un tempo aureo

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