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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Carini

Carini, abusivismo al Parco degli Ulivi: il reato si prescrive ma la villetta va al Comune

Si conclude la vicenda giudiziaria su un'area di verde agricolo che già da almeno 10 anni l'Amministrazione avrebbe dovuto acquisire al patrimonio. Il giudice al pm: "Accertare motivi mancata immissione". Il Sindaco: "Ora demolire o riutilizzare per fini sociali"

Nonostante la sentenza definitiva che ha fugato ogni dubbio sulla lottizzazione abusiva e reso definitive la confisca e l’acquisizione di 16 mila metri quadrati di verde agricolo a Carini da parte del Comune, il vecchio proprietario avrebbe frazionato e iniziato a vendere con dei contratti preliminari i terreni. Tutto grazie alla complicità, o per meglio dire l’inerzia, dell’Amministrazione che non ha sino ad oggi portato a termine l’iter per annettere quella fetta di Parco degli Ulivi al patrimonio comunale. Area che tra l’altro, negli anni, è diventata un vero e proprio quartiere residenziale non previsto dal Prg, con stradine, toponomastica e tutti gli allacci necessari per far arrivare l'acqua e elettrica. La vicenda si è sviluppata in un lungo arco di tempo ma l'attuale sindaco ha promesso di muoversi con rapidità: "Appena acquisite le motivazioni della sentenza i nostri uffici si muoveranno per acquisire l'area. Poi stabiliremo se demolire o destinare l'immobile per fini sociali, ha dichiarato a PalermoToday Giovì Monteleone. In che modo, si vedrà.

Sono state depositate le motivazioni della sentenza emessa agli inizi di gennaio dal giudice della terza sezione penale del tribunale di Palermo nei confronti del 72enne Graziano Ballariano - difeso dall’avvocato Antonino Russo - accusato di aver realizzato senza permessi un fabbricato di 50 metri quadrati più veranda, immerso nel verde, poggiato su una piattaforma in cemento, in contrada Ciachea. Dopo il sopralluogo della polizia municipale del 2014 che aveva scoperto la villetta, l'imputato si era presentato al Comune per mostrare che fosse tutto in regola, esibendo un preliminare di vendita firmato insieme a Vincenzo Di Maggio, l'originario proprietario dell'area lottizata abusivamente. Il reato contestato a Ballarino è andato ormai in prescrizione (a fronte della richiesta di condanna a 2 mesi e di 8 mila euro di ammenda avanzata dal pm), ma il giudice ha disposto di inoltrare la sentenza al Genio civile e alla Regione per i provvedimenti di competenza, chiedendo inoltre al pm di accertare i motivi della mancata immissione dell’area da parte del Comune ed eventuali responsabilità sotto il profilo penale.

Dietro la vendita e l’acquisizione dei 16 mila metri quadrati di verde agricolo c’è una lunga storia processuale che inizia nel 1994 e che, come confermato dal Genio civile, dalla polizia municipale e dall’ufficio tecnico del Comune, comprendeva tutti gli “ingredienti” di una lottizzazione abusiva. Dieci anni dopo - come ha spiegato un dipendente comunale chiamato a testimoniare - nel 2004 era stato trascritto il passaggio di proprietà al Comune di quell’area dove negli anni erano state costruite altre piccole case estive e strade tirate su alla buona. Anni dopo un altro dipendente comunale che lavora da tempo proprio negli uffici dell'edilizia, teste durante il processo, ha riferito che a seguito di uno dei sopralluoghi dei vigili urbani erano state emesse dall'ufficio tecnico del Comune le ordinanze di sospensione dei lavori (non in corso in quel periodo) e di demolizione (ad oggi mai eseguita).

"Che cosa abbiamo fatto noi come Comune…non glielo so dire", ha dichiarato il teste che spiegando che sarebbe stata necessaria un’ulteriore “visita” della polizia municipale per accertare la mancata esecuzione delle ordinanze e dunque prendere provvedimenti. Il vecchio proprietario dei terreni negli anni ’90 aveva iniziato a venderli raccomandando agli “acquirenti indivisi” di non recintare e non costruire. Ma le cose non andarono così, tanto che si trovò costretto a ricomprare quell'area di verde agricolo. Poi la cessione del terreno a Ballariano che, alla fine della lunga storia giudiziaria, dovrà essere acquisito dall’Amministrazione che ora dovrebbe avviare l'iter per abbattere la costruzione oggetto del processo.

Il giudice: "Comune agisca al di là del profilo penale"

Al di là della singola vicenda il giudice, nelle motivazioni della sentenza, rimarca l’importanza di distinguere gli aspetti penalistici dalle violazioni amministrative e ambientali, “come tali non assoggettate ad alcun termine di prescrizione a cui corrispondono puntuali e permanenti obbligo di intervento preventivo e ripristinatorio delle diverse autorità amministrative preposte per legge ad assicurarne il rispetto. Tali poteri-dovere delle amministrazioni non sono suscettibili di alcuna elusione e, per di più, nell’impianto ordinamentale precedono funzionalmente e logicamente l’intervengo giudiziario”.

"Troppo spesso infatti - scrive il giudice - nella pratica quotidiana in modo distorto e fuorviante viene attribuito alla sentenza di prescrizione degli aspetti penali dell’abuso urbanistico e ambientale un valore purgante dell’illecito tout court, come se la prescrizione penale conferisse anzi all’abuso un crisma di raggiunta legalità e intangibilità dell’illecito e come se valesse di conseguenza a esentare le autorità amministrative preposte dai loro permanenti e pregnanti obblighi repressivi degli abusi e ripristinatori dell’integrità del territorio".

Monteleone: "Verde agricolo trasformato in quartiere"

Il primo cittadino di Carini, eletto nel 2015, si è mostrato critico nei confronti dei suoi predecessori e dell'azione amministrativa portata avanti per anni. "Nel caso in questione - spiega il sindaco - dovremo stabilire la destinazione d'uso dell'immobile su proposta dell'ufficio patrimonio, poi andrà in Consiglio comunale. Quindi la demolizione o il riutilizzo per fini sociali come abbiamo fatto con 'Casa nostra', una villetta confiscata alla mafia e ora centro diurno per disabili. Purtroppo per fare questo servono soldi e noi abbiamo un buco da 56 milioni di euro nelle casse del Comune che conta 38 mila abitanti".

Monteleone sa di aver a che fare con una mega area ormai lottizzata su verde agricolo: "Il Parco degli Ulivi è diventato un quartiere dove non sono rispettati gli standard urbanistici. Appena possibile, considerando che siamo sotto di 140 unità in Amministrazione, faremo una ricognizione generale e stabiliremo il da farsi con il prossimo Piano regolatore. Abbiamo portato lì la raccolta 'porta a porta' e ora vogliamo lavorare sulle fognature. E magari, nel tempo, su altri servizi come la costruizione di un asilo. Non può restare un quartiere-dormitorio da 2.500/3.000 persone, che ben sanno però come è stata edificata la zona".

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