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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Uno screening per sconfiggere l'epatite C nelle carceri dell'Isola: il progetto del Buccheri La Ferla e dell'Università 

Circa 6.500 i detenuti a cui è rivolto. Il test sarà effettuato attraverso l'esecuzione di un semplice tampone orale salivare. L'obiettivo è individuare l’infezione prima che provochi gravi danni

Un progetto di screening rivolto ai circa 6.500 detenuti dei 23 carceri siciliani per sconfiggere l'epatite C. Avviata l'iniziativa del reparto di Medicina dell'ospedale Buccheri La Ferla, diretto da Fabio Cartabellotta, e dell'Università il cui obiettivo è far emergere il sommerso per individuare i malati prima che l’evoluzione dell’infezione provochi danni e condizioni di salute più gravi e onerose per il sistema sanitario nazionale. "Abbiamo avviato lo screening generale di tutti i pazienti - commenta Fabio Cartabellotta - per determinare sia un quadro epidemiologico completo, sia per portare alla cura quanti più pazienti positivi al virus Hcv che se non curati andranno incontro a malattie croniche del fegato nonché per limitare la diffusione del virus in un ambiente a rischio e promiscuo come quello degli istituti penitenziari". 

L'epatite C infatti rappresenta un importante problema di salute pubblica che richiede una risposta urgente. La cronicizzazione della malattia può portare a gravi conseguenze, quali la cirrosi epatica e il tumore del fegato, ma oggi i farmaci antivirali diretti consentono la guarigione dell'infezione in quasi il 100% dei pazienti. L’attuazione gratuita dello screening per Hcv contribuirà a sconfiggere il virus C, obiettivo che l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) conta di raggiungere nel 2030.  Gli ospiti degli istituti penitenziari rappresentano la popolazione dove il virus è più presente e nascosto. Effettuare lo screening in questa fascia di persone colloca gli ospedali in prima linea per combattere la patologia.

Lo screening verrà condotto in un'unica giornata, in fasi veloci. Prima verrà divulgato materiale informativo e i professionisti cercheranno di convincere i detenuti a sottoporsi al test. A seguire inizierà la fase dei test di screening rapidi, attraverso l'esecuzione di un semplice tampone orale salivare che consentirà di rilevare la presenza dell’anticorpo contro il virus C anti Hcv (HCV Ab), nella terza fase i postivi all'anticorpo eseguiranno la ricerca della viremia con un test rapido attraverso il prelievo di sangue capillare, i pazenti positivi andranno immediatamente alla prescrizione della terapia.  

“Esprimiamo viva soddisfazione per un’iniziativa - dichiara il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria per la Sicilia, Cinzia Calandrino - che implica fondamentali interventi diretti a consentire a detenuti ed internati di fruire di prestazioni sanitarie, anche a scopo preventivo, per malattie che possono rivelarsi irreversibili se trattate in ritardo. Il progetto di screening e cura dell’epatite C al quale abbiamo aderito   consente di declinare straordinarie sinergie tra l’amministrazione penitenziaria regionale e il servizio sanitario al fine di rispondere a particolari e sentite esigenze profilattiche e di cura della salute della popolazione carceraria. Quanto appena esposto è chiara manifestazione dell’attenzione alla tutela della salute dei soggetti ristretti quale fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività."

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