Monte San Calogero, scoperte 4 nuove specie di coleotteri: una è dedicata alla santuzza
Il nome scientifico attribuitole è Typhloreicheia sanctaerosaliae. A individuarla in quello che viene definito uno "scrigno di biodiversità" - che si trova tra i comuni di Sciara, Termini e Caccamo - è stato un gruppo di studiosi tosco-emiliano
Fra le nuove specie di coleotteri scoperte in Sicilia ce n’è una, battezzata Typhloreicheia sanctaerosaliae, che è stata dedicata alla santuzza. Sono quattro per l’esattezza le nuove specie individuate da un gruppo di esperti, composto da studiosi toscani ed emiliani, che già da un decennio percorre in lungo e in largo l’Isola alla ricerca dei luoghi adatti, indagando minuziosamente il territorio ed eseguendo rilievi e sondaggi sempre a caccia di novità.
Tra le aree battute c’è un sito di straordinario interesse che viene definito uno "scrigno di biodiversità": il monte San Calogero. Si tratta di un imponente complesso montuoso nella provincia di Palermo fra i comuni di Sciara, Termini Imerese e Caccamo. In uno dei pianori prima della sommità sono state scoperte alcune specie endemiche, ovvero che esistono solo ed esclusivamente in quella zona montuosa. E probabilmente sono solo una parte dei segreti che ancora le rocce della montagna custodiscono.
"I nomi delle nuove specie - dice l’entomologo Calogero Muscarella - dai suoni poco digeribili ai più ma enormemente evocativi: onore e onere del ricercatore che per primo trova una specie e la descrive è attribuirgli un nome. Una delle tre specie trovate al San Calogero è stata battezzata Typhloreicheia sanctaerosaliae (foto allegata). Un grazioso omaggio alla Sicilia e alla sua protettrice celeste. E anche un omaggio a ciò che santa Rosalia rappresenta: la patrona della biodiversità". Per trovare le nuove specie è stata utilizzata una tecnica di studio innovativa per la Sicilia.
"L’occhio esperto dell’entomologo - aggiunge Muscarella - individua la microporzione adatta di suolo, nel versante più idoneo di una montagna, con la giusta copertura vegetale e il giusto grado di umidità. O la grotta più promettente fra le tante che traforano la nostra isola. E là scava in profondità (quella giusta) e piazza delle particolare trappole riempite con aceto e sale e una sostanza attirante la cui ricetta è il segreto di ogni ricercatore ma che di certo emana un terribile e pestilenziale odore per l’uomo, delizia inimmaginabile per gli animale che deve attrarre. E ancora raccoglie chili e chili di terriccio. I campioni saranno poi vagliati in laboratorio alla ricerca dei piccolissimi abitanti del suolo profondo. Vengono così individuate specie di ridottissime dimensioni, pochissimi millimetri, per lo più coleotteri dalle forme straordinarie: ciechi visto che nelle profondità del suolo la luce non arriva e gli occhi non servono, dagli organi di senso straordinariamente potenti, diafani… Un universo straordinario di vita che in pochi conoscono e sono in grado di studiare".