Ast, la vertenza si inasprisce: proclamato lo sciopero dei lavoratori
Da mesi i sindacati sollecitano (invano) un confronto con la presidenza dell'azienda per affrontare i temi legati all’equilibrio economico-finanziario: "La misura è colma. Chiediamo al presidente Musumeci di intervenire"
“Il Presidente dell’Ast, Tafuri, continua a sfuggire al confronto con le parti sociali e intanto il precario equilibrio economico finanziario della società rischia di mettere in discussione la sua stessa sopravvivenza, in un assordante silenzio dell’amministrazione regionale proprietaria dell’azienda”. A parlare sono i segretari di Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Ugl Trasporti Sicilia, Franco Spanò, Dionisio Giordano, Agostino Falanga e Pippo Scannella, che con queste parole motivano lo sciopero di tutti i lavoratori dell’Azienda siciliana trasporti proclamato per il prossimo 9 gennaio.
“Nonostante da mesi sollecitiamo un confronto con la presidenza dell’Ast - continuano i sindacati - per affrontare i temi legati all’equilibrio economico-finanziario della società, a partire dalla redazione di un nuovo piano industriale, dalla necessità di sottoscrizione dei contratti di affidamento con i comuni, dall’urgenza di acquistare nuovi mezzi per espletare i servizi invernali, da una verifica dell’esposizione debitoriama anche dei crediti vantati, nessuna risposta è mai giunta dal Presidente Tafuri”.
Nemmeno l’avvio delle procedure di raffreddamento, finalizzate a trovare un momento di confronto con l’azienda di trasporto pubblico regionale, sarebbero servite a nulla: "Nessuna soluzione è stata individuata se non l’arroccamento di chi vede la gestione di un’azienda pubblica di proprietà della Regione, quale proprietà personale”.
Secondo i sindacati “la situazione debitoria verso le banche, l’erario, l’istituto di previdenza e i fornitori, nonché il rischio di un Durc negativo associati alle difficoltà gestionali di recuperare i corrispettivi ed i crediti vantati dalla società, dovrebbero essere materia di confronto sindacale perché riguardano la vita stessa dell’azienda e quindi il mantenimento dei livelli occupazionali, la prospettiva di una migliore qualità della vita professionale e dell’efficientamento del servizio di trasporto pubblico regionale”. Per questo hanno richiesto un confronto sistematico e non episodico su tempi, modalità, interventi, risorse economiche e risorse umane necessarie allo sviluppo dell’Azienda. "Nonostante i pur apprezzabili tentativi dell’assessorato regionale alle Infrastrutture di ricondurre il confronto tra le parti in sede aziendale, il Presidente - concludono i sindacati - continua a ritenere di trovarsi in una sorta di ‘zona franca’ dove poter operare inlibertà dimenticando che l’AST è pubblica, gestisce un servizio pubblico e deve rispondere ai controlli previsti dalla legge”. Da qui le conclusioni dei segretari di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporti: “La misura è colma, ed è ulteriormente acuita da tutte le provocazioni di queste ultimi giorni attuate anche attraverso ordini di servizio illegittimi sia sul piano contrattuale, normativo e sindacale. E’ per questo che chiediamo al presidente Musumeci un autorevole intervento sul presidente Tafuri al fine di fare cessare questo comportamento”.