"Vietato nascere", da Palermo via allo sciopero dei ginecologi
Il capoluogo siciliano è la sede di una manifestazione nazionale per sollecitare il mondo politico a prendere atto dei problemi della categoria. Le sale parto resteranno chiuse, a meno di emergenze, e ci saranno oltre mille nascite in meno
Sale parto chiuse, oltre mille nascite in meno e un’adesione del circa 90 per cento. Sono questi i numeri del primo sciopero nazionale di 24 ore di ginecologi e ostetriche che intendono così sollecitare il mondo politico a prendere atto dei problemi della categoria, anche in relazione alla sicurezza dei punti nascita sul territorio.
La manifestazione, che ha come sede proprio Palermo, è indetta da Fesmed, Aogoi, Sigo, Agui, Agite, Sieog e Aio, le principali sigle di categoria. I ginecologi e gli ostetrici d'Italia interromperanno l'attività di routine e si recheranno al San Paolo Palace Hotel per protestare e chiedere maggiori garanzie sul loro futuro professionale
Sale parto quindi “chiuse” per protesta. Nasceranno, secondo le stime, circa 1.100 bambini in meno perchè i cesarei programmati per oggi sono stati tutti rinviati. I ginecologi ricordano che saranno garantite le emergenze e le prestazioni non differibili, dichiarandosi pronti a riprendere il servizio qualora nei punti nascita dovessero verificarsi delle situazioni critiche. Ferme da questa mattina anche le attività di ambulatori ostetrici e consultori familiari sul territorio, con una mobilitazione che riguarda in totale circa 15mila professionisti.