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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

La protesta degli edili contro la Regione: "Se non paga le fatture, perché dovremmo pagare le tasse?"

L'iniziativa simbolica lanciata dalle Ance e dalla Cna Costruzioni Sicilia che minacciano lo sciopero fiscale. Attendono versamenti anche da 11 mesi. "La nostra è una provocazione, ma le istituzioni non possono chiedere legalità e poi non praticarla"

"Adesso basta: abbiamo sempre creduto e crederemo sempre in futuro nella legalità, ma se la Regione ci abbandona, in spregio alle leggi, noi siamo pronti anche allo sciopero fiscale". È ormai disperato l'appello che si alza, per conto degli imprenditori del settore dell'edilizia, dalle Ance di Palermo, Agrigento, Trapani, Caltanissetta e Messina e dalla Cna Costruzioni Sicilia. Il recente mancato riaccertamento dei residui da parte della Regione, infatti, ha acuito una crisi che dura da ormai un paio di anni nel "sostanziale disinteresse della politica e di larga parte delle istituzioni", dicono gli imprenditori. Da qui il via alla protesta provocatoria e simbolica dal nome emblematico: "Se tu non paghi le fatture, perché devo pagare le tasse?".

La situazione è stata più volte denunciata e le aziende edili che svolgono lavori per conto della committenza pubblica oggi si trovano a non ricevere il regolare pagamento delle fatture, con ritardi che sono ormai consolidate nell'ordine dei 11 mesi. "Stiamo subendo una vessazione da parte della Regione, che, inopinatamente e senza mai nemmeno fornire giustificazioni credibili (perché, nei fatti, non ce ne sono), ha ritardato in modo intollerabile il pagamento delle somme dovute per i cantieri in corso - spiegano i presidenti delle Ance territoriali e di Cna Costruzioni Sicilia - opere la cui inaugurazione è divenuta spesso 'merce' da annuncio politico, con tanto di tagli del nastro e conferenze stampa: peccato che poi le aziende siano state sistematicamente lasciate da sole a confrontarsi con i costi da sostenere, peraltro gravati da un incontrollato aumento dei prezzi per le materie prime".

"Anche qualora il riaccertamento dei residui fosse andato a buon fine - continuano i presidenti - si sarebbe trattato di un pannicello caldo che non solo non risolve il problema, ma continua ad alimentare un clima di deresponsabilizzazione all'interno dell'amministrazione pubblica: di chi sono le colpe di quanto sta avvenendo? Perché gli unici ad essere stati additati dalla politica sono i dipendenti regionali? Se le attuali procedure di aggiudicazione delle gare, lo abbiamo più volte ribadito, non premiano la concorrenza e la trasparenza, i ritardi sistematici nel pagamento delle fatture rischiano di spingere gli imprenditori a cercare forme di liquidità non legali, in un'Isola che, come dice l'Eurispes, è tra i territori in Italia a più alto tasso di usura. Le istituzioni - continuano - non possono chiedere legalità e poi non praticarla".

Ecco perché le Ance e Cna Costruzioni Sicilia lanciano l'ipotesi di uno sciopero fiscale. "Si tratta, lo ribadiamo - concludono - di una provocazione: diversamente dalla politica e dall'amministrazione regionale noi siamo obbligati a rispettare le regole".

Intanto, in vista delle elezioni regionali, il presidente di Ance Palermo, Massimiliano Miconi, e il Consiglio generale dell'associazione incontreranno oggi pomeriggio alle 17.30, a Palazzo Forcella De Seta, il candidato alla presidenza della Regione Cateno De Luca. Domani, alle 17, sarà la volta di Gaetano Armao e martedì 20 settembre alle 12 ci sarà l'appuntamento con Renato Schifani. Nei giorni scorsi i costruttori hanno avuto un confronto con Caterina Chinnici. Obiettivo degli incontri è conoscere nel dettaglio il programma dei candidati e discutere dei temi legati al mondo dell'edilizia. In particolare, le questioni da affrontare riguarderanno: infrastrutture, accelerazione dei procedimenti amministrativi, certezza dei pagamenti, aree industriali, decontribuzione, interconnessione per lo sviluppo organico dei territori, Pnrr, giovani.
 

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