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Fridays for future, studenti provano a sfondare il cordone di polizia ed entrare a Palazzo delle Aquile

Protestano "contro un modello produttivo predatorio che sfrutta le risorse senza preoccuparsi delle conseguenze sulle qualità di vita delle persone" e chiedono ai governi di mettere in campo soluzioni vere. L'appello al sindaco Orlando: "Vogliamo Eni fuori dal Comune"

Momenti di tensione davanti al Comune al termine della manifestazione per il clima. Gi studenti hanno provato a sfondare il cordone di polizia posto a salvaguardia dell’ingresso di Palazzo delle Aquile per entrare e raggiungere il sindaco Orlando, accusato di aver firmato un accordo con Eni su economia circolare e sostenibilità annientale. "Vogliamo Eni fuori dal Comune e fuori dalla Sicilia", afferma Giorgio Caruso di Ecologia Politica Palermo.

I manifestanti contestano il protocollo firmato a dicembre 2021. "E' finalizzato a valutare congiuntamente la fattibilità di possibili iniziative di divulgazione, formazione, promozione, studio e sperimentazione sul tema dell’economia circolare. Abbiamo a lungo immaginato, e tuttora continuiamo a farlo, come dovrebbe essere una transizione ecologica che si fondi fra gli altri sul pilastro dell’economia circolare. E nel nostro immaginario Eni è l’ultimo dei nostri incubi. Il lungo curriculum di devastazione che descrive l’operato dell'azienda comprende vicende clamorose come il disastro ambientale della piana di Gela, dove ancora oggi si registrano gli effetti della raffineria sulla salute della popolazione e sull’inquinamento del territorio. Perchè le nostre istituzioni locali hanno scelto Eni per divulgare l’economia circolare?", si domanda Giorgio Caruso di Ecologia Politica Palermo.

Il corteo al quale questa mattina in centinaia hanno aderito à partito dal Politeama ed ha attraversato via Ruggero Settimo. "Stop green washing", "La rivoluzione è il freno di emergenza", "Rigenerazione riciclo", "Deadline 2030", alcuni dei cartelli che hanno sfilato per per le vie del centro. "Scendiamo in piazza contro un modello produttivo predatorio che sfrutta le risorse senza preoccuparsi delle conseguenze sulle qualità di vita delle persone. Un sistema che - afferma Adele Furnari di Fridays for future - contrappone lavoro e salute, un sistema economico basato su estrazione e uso di combustibili fossili che, come abbiamo visto, causa guerra e conflitti. Vogliamo spingere i governi a interessarsi alla crisi climatica mettendo in campo soluzioni vere che mettano al centro le persone e non più le tasche e i portafogli di pochi".

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