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Cronaca Politeama / Via Francesco Crispi

Previsto sbarco di 1.200 migranti al porto, si attiva la macchina dell'accoglienza

A coordinare le operazioni sarà la prefettura di Palermo: in campo Comune, Asp, Caritas, Croce Rossa e Protezione civile. I profughi saranno distribuiti nei due centri di accoglienza di Giacalone e Trabia

Stanotte al porto di Palermo è previsto uno sbarco notturno di circa 1.200 migranti, tra cui anche bambini, soccorsi dalle coste libiche. A coordinare la macchina dell’accoglienza sarà la prefettura di Palermo che, come sempre, attiverà tutta la task force impegnata nel primo soccorso dei migranti: il Comune per i minori stranieri non accompagnati, l’Asp per il triage medico, la Caritas per il primo sostegno e l’accoglienza, la Croce rossa per la logistica organizzativa dell’emergenza e la Protezione Civile. In campo anche le forze dell'ordine.

"Lo sbarco dei migranti - si legge in una nota della Caritas - dovrebbe avvenire a partire dalle ore 23. La Caritas si occuperà di fornire i pasti, l’acqua, le scarpe e le coperte per tutti i profughi, garantendo così una primissima accoglienza già al loro arrivo al porto. Inoltre, sebbene i numeri potrebbero cambiare, la stessa dovrebbe provvedere ad accogliere circa 400 migranti distribuendoli nei due centri di accoglienza di Giacalone e Trabia, per l’occasione entrambi riaperti in emergenza. In particolare, nell’area esterna del centro di Giacalone verranno montate delle tende della protezione civile".

Tra le strutture, sempre in caso emergenza, potrebbe essere riaperto anche il centro di Villaggio Ruffini, che in passato ha accolto parecchie famiglie di siriani e palestinesi in transito. “Siamo pronti ad intervenire per fornire il primo sostegno ai migranti che arriveranno nel nostro porto anche questa volta – anticipa padre Sergio Mattaliano, direttore della Caritas di Palermo – ma lanciamo anche un appello a tutte le associazioni di volontariato perché si attivino con noi dando una mano in modo da poterci coordinare. Soltanto se uniamo più forze insieme possiamo rispondere meglio ai bisogni”.

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