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Martedì, 6 Giugno 2023
Cronaca

Bufera sanità, il "bambino" Razza alza la voce: "Sorpreso da Candela, revocherò incarichi"

L'assessore regionale in conferenza annuncia provvedimenti severi dopo l'operazione della Finanza che oggi ha portato a 10 arresti: "Mai avrei pensato di leggere quello che ho appena letto sull'ex direttore dell'Asp. E' stato 'temuto' proprio per la sua attività di denuncia"

L'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza revocherà gli incarichi a tutti i soggetti coinvolti nell'inchiesta "Sorella Sanità", che ha portato stamattina la guardia di finanza ad eseguire 10 arresti per un presunto giro di tangenti. "Ça va sans dire, i provvedimenti sono inevitabili" afferma Razza che, una volta acquisita l'ordinanza del gip di Palermo, estenderà il controllo politico-amministrativo anche su chi "per la magistratura non ha commesso reati ma potrebbe essere incompatibile con il ruolo che riveste".

Insomma, se fosse necessario, la Regione avvierà procedimenti diciplinari. "Saremo severi" annuncia l'esponente della Giunta Musumeci. "E severo - aggiunge - sarà il controllo sugli appalti pubblici, perché questa situazione è insopportabile. Non è la prima e temo che non sarà l'ultima". L'assessore alla Salute, da uomo di diritto (è avvocato penalista), auspica che "chi ha da chiarire la sua posizione lo faccia davanti all'autorità giudiziaria" ma tiene a precisare che le "valutazioni di ordine politico sono altra cosa".

Non si scappa. A cominciare dalla figura di spicco di questa ennesima inchiesta di mazzette e colletti bianchi: l'ex direttore generale dell'Asp di Palermo, Antonio Candela, nominato dal governo Musumeci coordinatore della struttura regionale per l'emergenza Coronavirus. "Nel periodo dell'emergenza Covid - precisa Razza - Candela non ha gestito risorse. Alla luce della sua reputazione e delle sue esperienze pregresse si è occupato della struttura sanitaria, della interlocuzione con le direzioni strategiche per l'elaborazione de piano ospedaliero nella fase emergenziale. Da parte di Candela non ci sono stati atti di spesa né deliberazioni, nessun potere di intervento autonomo".  

"Mai avrei pensato - prosegue Razza - di leggere su di lui ciò che ho letto. Anzi in passato Candela è stato 'temuto' proprio per la sua attività di denuncia. Non c'era nulla che potesse lasciare immaginare quanto accaduto. Ciò che mi ha amareggiato è che si potessero esercitare delle pressioni su di me". Parole che da un lato giustificano la nomina di Candela fatta a suo tempo dal governo e dall'altro evidenziano la totale estraneità dei vertici della Regione: "Da quando ci siamo noi - rivendica Razza - nessun vertice della politica è stato colpito da inchieste di questo genere".

Adesso però è il tempo della reazione, sulle ali di quello che Razza definisce "un doppio sgomento". Perché, spiega, "una professionalità che si è formata sul terreno della legalità, che ha avuto la scorta e che persino la Corte dei conti aveva indicato di 'specchiata moralità pubblica' stride con la qualificazione dei reati a lui ascritti". Un dottor Jekyll e mister Hyde che avrebbe gabbato tutti. E che nell'ombra - assieme a quello che viene indicato come suo faccendiere, Giuseppe Taibbi - avrebbe meditato anche operazioni di dossieraggio, con informazioni “scottanti” su vari personaggi del mondo della sanità siciliana, da recapitare non solo agli allora vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ma soprattutto ai giornali.

Dossier e ricatti per avere incarichi prestigiosi. "Né io né il presidente Musumeci abbiamo mai ricevuto un dossier. In ogni caso, se qualcuno ha mai pensato di esercitare pressioni su me e Musumeci si è dovuto rendere conto che non sono andate mai a segno". I tentativi di pressioni però quanto meno sarebbero stati architettati: Taibbi infatti aveva battezzato Razza come "il bambino" che Musumeci avrebbe dovuto levare "dai coglioni" per nominare assessore Candela. Stralci di intercettazioni che riguardano Razza da vicino e che così il diretto interessato commenta: "Questi colloqui evidenziano obiettivamente una forte personalità apparente sul piano morale dietro la quale si nascondevano abitudini diverse. Ma non voglio entrare nel merito delle contestazioni penali... Certo è - sottolinea - che in questi mesi il governo Musumeci ha adottato atti difficili che si sono intersecati con interessi ampi nel settore della sanità".

Che ci fosse qualcosa di poco chiaro - presunte anomalie - Razza lo aveva pure notato, tant'è che "abbiamo ritardato l'aggiudicazione di alcune gare e la firma dei contratti con i soggetti vincitori per fare ulteriori accertamenti. Ci sono state pure delle proteste quando abbiamo affiancato Consip alla Centrale unica della committenza... Inoltre - ricorda - abbiamo sottoscritto il protocollo Anac-Agenas perché consideravamo le gare pubbliche un terreno di rischio. Evidentemente ci siamo attirati la legittima inimicizia di certi personaggi".

"Il nostro spirito di terzietà però ci fa apparire all'esterno come siamo all'interno" dice Razza per marcare la differenza con chi avrebbe voluto speculare sulla sanità. "Quando si utilizzano le risorse economiche per altri scopi - conclude - non ci dimentichiamo che queste vengono sottratte ai pazienti, a chi ha bisogno di cure". 

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