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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Nel 2013 lo schianto, muore dopo 10 anni di coma: "Addio 'Budy', te ne vai in pace"

Salvo Cavallaro era rimasto gravemente ferito dopo un incidente stradale avvenuto in via Tasca Lanza nell'estate del 2013. Una delle due sorelle, diventata infermiera proprio per occuparsi di lui: "Era pieno di energia. Amava lo sport, le moto erano la sua passione"

E' morto dopo quasi dieci anni di coma Salvo Cavallaro, “Budy” per gli amici. Era rimasto gravemente ferito in un incidente stradale avvenuto nell'estate del 2013. Pochi giorni fa avrebbe compiuto 36 anni. Nonostante la sua voglia di vivere e la forza con cui ha lottato da allora, il suo cuore si è fermato. “Finalmente se ne va in pace”, afferma Ornella, una delle due sorelle, che nel frattempo si è iscritta e laureata nel corso di Infermieristica. Proprio come ha fatto l'altra sorella. “Pensavamo così di potere aiutare nostro fratello, seguendolo nelle cure di cui ha avuto bisogno nel tempo”, racconta adesso.

Salvo Cavallaro era nato il 27 febbraio del 1987. Dopo gli studi come grafico professionale aveva iniziato a lavorare nell’impresa edile del padre. “Era pieno di energia. Amava lo sport, le moto erano la sua passione, andava in mountain bike. Poi - dice ancora Ornella - ha coltivato il sogno di creare qualcosa e insieme aprimmo un locale in zona Libertà. Avevamo inaugurato ‘Piano’ poco più di un mese prima dell’incidente”. Progetti andati in frantumi dopo un tragico incidente stradale che ha condizionato i successivi dieci anni.

Salvo Cavallaro e la sorella Ornella

Secondo quanto ricostruito Budy, quella notte, stava rientrando a casa a Monreale e stava percorrendo via Tasca Lanza a bordo di una Suzuki. Arrivato in prossimità di un bar non si era forse accorto delle auto in seconda e tripla fila. “Ce n’era una, quella contro cui ha impattato, che addirittura stava andando in retromarcia. Inutile la frenata, c’era anche l’asfalto bagnato”, ricostruisce ancora la sorella. Uno scontro molto violento, definito poi con un concorso di colpa con l’automobilista coinvolto, dopo cui il giovane era stato portato in ospedale con un delicato trauma cranico.

“Da allora non si praticamente mai più ripreso. Per un lungo periodo - aggiunge Ornella - lo abbiamo portato in un centro di riabilitazione a Ferrara. Poi abbiamo iniziato a seguirlo in casa, soprattutto mia madre. Io e mia sorella Chiara abbiamo deciso dopo quanto accaduto di iscriverci all’università e diventare infermiere, laureandoci un po’ tardi a dire il vero, a 29 e 26 anni, ma così pensavamo anche di poterci occupare di nostro fratello”. Dopo tanti sforzi a un certo punto erano affiorate delle piccole speranze. Salvo era tornato ad alimentarsi, faceva molta fisioterapia e riusciva ad accennare qualche passo.

Poi un intoppo che ha fatto precipitare la situazione. “Da allora non si è mai più ripreso, rimanendo in uno stato di coma vegetativo per tutti questi anni”. Due settimane fa è stato celebrato nella chiesa di San Michele il funerale del giovane per cui il tempo si è fermato a quella maledetta notte d’estate. 

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