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Cronaca

Salma bloccata in ospedale, salta il funerale: dopo l'inchiesta è caos ai servizi cimiteriali

Il racconto a PalermoToday: "Mia zia è venuta a mancare domenica, stamattina c'erano addirittura i parenti in chiesa ma mancava una firma del Comune per poter trasportare la bara dall'Ingrassia". Per 38 dei 55 indagati per assenteismo infatti è scattata la sospensione

Amici e parenti erano in chiesa, in attesa della bara, per darle un ultimo saluto. Peccato che la salma della donna fosse ancora bloccata all’ospedale Ingrassia per una firma mancante dell'ufficio servizi cimiteriali. Tutta colpa della "penuria" d’impiegati comunali causata dall’applicazione della sospensione per i lavoratori coinvolti nell’inchiesta per assenteismo di inizio dicembre. "Ci hanno detto che non c'era l’autorizzazione del Comune - racconta a PalermoToday il nipote Enrico - e il direttore sanitario non voleva assumersi questa responsabilità. Il motivo? Pare che per ora manchino molti dipendenti comunali che lavorano negli uffici interessati per il momento ci sarebbe un solo impiegato".

E così al momento, oltre al dolore per la morte dei propri cari, i parenti devono avere a che fare con la lentezza della burocrazia. "Mia zia aveva 77 anni ed è venuta a mancare domenica - racconta ancora il nipote - dopo un mese di ricovero seguito a un intervento. In accordo con l’agenzia funebre, che si occupa anche delle pratiche, avevamo programmato il funerale per questa mattina. Adesso non sappiamo cosa fare, visto che sino ad ora non è stato possibile trovare una chiesa per celebrare la messa. Non ci è stata prospettata alcuna soluzione, nonostante avessimo un regolare permesso per la tumulazione". La domanda è: com’è possibile che una macchina amministrativa già rodata come quella del Comune di Palermo non sia riuscita ad evadere una pratica del genere per tempo?

Il problema è legato all’inchiesta condotta da carabinieri e polizia municipale sotto il coordinamento della Procura. Il 4 dicembre infatti è stata eseguita un’ordinanza firmata dal gip che ha disposto, per 18 dei 55 indagati, l’applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per 38 dei 55 indagati per falsa attestazione di presenza in servizio e truffa ai danni dell’Amministrazione (poco più di un terzo rispetto al numero totale dei comunali che lavorano per i servizi cimiteriali) è scattata anche la sospensione senza stipendio. Si tratta di 7 lavoratori del Coime e di altri 31 del comparto comunale.

Tra i dipendenti sospesi ci sono tre (su un totale di quattro) ufficiali di stato civile che, negli uffici di via Lincoln, si occupavano fra le altre cose delle pratiche per le tumulazioni. Sul piede di guerra ci sono anche le diverse agenzie di onoranze funebri in città. "Hanno sospeso decine di dipendenti tra Reset e impiegati del Comune dei servizi cimiteriali - commenta Eusebio Dalì, del comitato Palermomeritadipiù - per la tristemente nota vicenda del cartellino. Giusto. Ma nessuno ha provveduto a rimpiazzarli, anche temporaneamente. Il risultato? Le salme che aspettano di essere trasferite dagli ospedali al cimitero e imprese di onoranze funebri in balia di questa assurda situazione. E non parliamo delle famiglie. Sindaco Leoluca Orlando (che ha pure la delega) e al dirigente Ferdinando Ania: intervenite subito. C’è un limite a tutto".

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