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Cronaca Lascari

Ancora droga che riaffiora dal mare, trovati 3 chili di hashish sulla spiaggia di Lascari

Dopo la segnalazione di un passante i carabinieri hanno sequestrato due involucri contenenti "fumo" che, una volta messo sul mercato, avrebbe potuto fruttare fino a 45 mila euro. Si tratta dell'ultimo misterioso ritrovamento di una lunga serie fatta dai militari in varie province siciliane

Trovati altri 3 chili di hashish riaffiorati dal mare. I carabinieri hanno sequestrato sulla spiaggia delle Salinelle, a Lascari, due involucri contenenti la sostanza stupefacente. Con quest'ultimo episodio si allunga la lista dei misteriosi ritrovamenti fatti negli ultimi mesi dai militari. Secondo gli investigatori questo quantitativo di "fumo", inviato in laboratorio per le analisi, avrebbe potuto fruttare fino a 45 mila euro una volta messo sul mercato.

L’ultimo episodio simile risale alla fine di marzo, a Isola delle Femmine. Anche in quell’occasione i militari sono intervenuti dopo la chiamata di un cittadino che aveva notato qualcosa di anomalo incastrato tra gli scogli nella zona di viale Amerigo Vespucci. Dentro quel grosso pacco c’erano 330 panetti da 100 grammi l’uno. Stessa storia a gennaio scorso quando è stato rinvenuto un carico da 33 chili sul litorale di Pizzolungo, frazione di Erice, nel Trapanese. La lista viene completata dai sequestri fatti sulle spiagge di Capo d’Orlando, Castelvetrano, San Leone (frazione di Agrigento).

I vari casi potrebbero anche essere collegati con il ritrovamento lungo le coste siciliane di quattro sub morti sui quali è stata aperta un’inchiesta. Resta infatti da chiarire se la spedizione dei pacchi via mare, magari corredati da un gps, sia l’ultima trovata dei narcotrafficanti per fare arrivare l’hashish a destinazione. L'altra ipotesi è che i panetti sigillati possano essere caduti da qualche barca utilizzata per recapitare la merce e dunque i sub potrebbero aver trovato la morte dopo il naufragio delle imbarcazioni.

Una donna tunisina, vedendo alcune immagini diffuse dalla Procura di Termini che raffiguravano i tatuaggi individuati su alcuni cadaveri, ha riconosciuto i propri figli ma ha respinto l’idea che la vicenda potesse essere collegata al traffico di droga. "Stavano con altri quattro connazionali - aveva detto ad ottobre - su una barca che è naufragata e indossavano la muta perché la nostra è una famiglia di pescatori e loro si vestivano così quando andavano per mare".
 

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