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Cronaca

Goletta Verde, al setaccio le acque siciliane: Palermo maglia nera

Nel 50% dei casi le acque sono risultate "fortemente inquinate". Alla Tonnara Bordonaro e alla Bandita, oltre a due spiaggie della provincia, cariche batteriche oltre la norma. Legambiente: "Sfruttare i fondi Cipe, non disperderli"

I livelli di inquinamento riscontrati nella metà dei campionamenti effettuati con l'imbarcazione di Legambiente sono risultati "fuorilegge". Situazione critica nel palermitano, dove nessuna analisi è risultata in regola. Sono questi i dati emersi dallo studio portato avanti dall'associazione ambientalista attraverso la Goletta Verde. "La Sicilia gode di panorami mozzafiato, spiagge ancora intatte e molti tratti di mare con acque cristalline. Non possiamo permettere che questo patrimonio venga distrutto dall’incapacità di chi non riesce da anni a risolvere il problema della depurazione", ha dichiara Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente.

LE CONSIDERAZIONI - "E' un bicchiere che ci ostiniamo a vedere 'mezzo pieno' quello della Sicilia, perché crediamo nella potenzialità di questa terra, nonostante i tanti problemi ancora irrisolti, a partire dall’emergenza depurazione. Nel frattempo non possiamo che denunciare quello che ancora non va: la metà dei campionamenti effettuati nell’isola da Goletta Verde è “fuorilegge”, specie per i prelievi effettuati in prossimità di foci di fiumi e scarichi. Le acque campionate dai biologi di Legambiente evidenziano la presenza di scarichi non depurati adeguatamente con presenze di valori di escherichia coli e enterococchi intestinali al di sopra dei valori consentiti dalla normativa vigente - si legge sul sito di Legambiente - Crediamo nelle potenzialità di questa regione, ma servono interventi immediati per ripianare il gap depurativo. Occorre sfruttare subito l’occasione offerta dai finanziamenti Cipe di 1,1 miliardi di euro che rischiano di scadere per mancanza di progetti".

TUTTO IMMOBILE - "Ad un anno esatto dal passaggio di Goletta Verde nell’isola siciliana ancora nulla è stato fatto per rimediare alla disastrosa questione della depurazione che aveva fortemente contribuito alla condanna dell’Unione Europea all’Italia per inadempienza sulla Direttiva n.271 del 1991 relativa all’adeguamento del trattamento reflui urbani - si legge ancora sul sito -. Oggi i comuni siciliani (che rappresentano il 52% del totale di comuni italiani condannati) hanno a disposizione grosse risorse economiche per risolvere i problemi strutturali e l’adeguamento dei sistemi depurativi dei comuni: ma i fondi Cipe, in scadenza a dicembre 2013, rischiano di non essere utilizzati a causa della mancata progettazione da parte degli enti preposti. Legambiente chiede alla regione ed alle amministrazioni locali di adoperarsi subito alla programmazione economica degli investimenti, tutelando così uno dei più importanti patrimoni di questa terra: il mare e il sistema fluviale".

IL PROGETTO - L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è quello di individuare i punti critici della regione, anche "analizzando il carico batterico che arriva in mare dalle foci dei fiumi. Anche nel caso della Sicilia, dunque - continua la nota - l’attenzione è stata incentrata principalmente alla foci, così come sugli scarichi dei depuratori, senza però tralasciare tratti di spiaggia "sospetti" segnalati dai cittadini, attraverso il servizio Sos Goletta (clicca qui per andare sulla pagina web), o dai circoli locali di Legambiente. Goletta Verde, è bene ribadirlo, effettua un’istantanea che non vuole sostituirsi ai monitoraggi ufficiali. È evidente, però, che i punti critici evidenziati meritano un approfondimento da parte delle amministrazioni competenti per individuarne le cause e risolvere il problema. In molti casi, inoltre, i tecnici hanno evidenziato anche l’assenza di cartelli di divieti di balneazione, laddove invece sarebbe opportuno avvertire i cittadini sui rischi di inquinamento delle acque e vietarne l’entrata in acqua".

NEL CAPOLUOGO - La situazione più critica è in provincia di Palermo, dove le analisi dei quattro campionamenti hanno evidenziato cariche batteriche di molto oltre quelle consentite. A partire dalla stessa città di Palermo, dove sono stati effettuati due prelievi, uno in località Tonnara Bordonaro (presso il tubo di scarico sulla spiaggia) e in località Bandita (fronte ospedale in via Messina Marina). Gli altri due prelievi "fuorilegge" sono risultati quelli a Terrasini (località Porto Diga Foranea, nei pressi dei faraglioni a destra della spiaggia) e alla spiaggia nei pressi del vecchio Oleificio (Termini Imerese).

ALTRI DATI - Criticità già sottolineate nell’ultimo rapporto dell’Istat (anno 2008) che fece meritare alla regione il primo posto in Italia per l’insufficienza depurativa, con solo il 47,3% di adeguata copertura. E lo scorso anno, proprio nei giorni del passaggio di Goletta Verde in Sicilia, arrivò dalla Corte di Giustizia Europea una condanna per inadempienza sulla direttiva di riferimento relativa all’adeguamento del trattamento reflui urbani che chiamò in causa ben 57 comuni della regione siciliana, il 52% del totale di comuni italiani condannati. Di questi sono ben 27 gli agglomerati siciliani che ricevettero la condanna più grave, in quanto manchevoli di rete fognarie. "Purtroppo in un anno nulla è stato fatto - fa sapere Legambiente - per cercare di porre rimedio alla gravissima situazione in cui versa la regione. Questo nonostante la disponibilità certa di finanziamenti".

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