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Cronaca Pallavicino / Viale Duca degli Abruzzi, 2

Insulti e spintoni ai poliziotti del commissariato: nei guai famiglia dello Zen

Gli agenti avevano bussato alla porta della loro abitazione, in via P.V. 46, alla ricerca di un giovane sospettato di furto. Un "affronto" che non è andato giù: in sei sono andati negli uffici del commissariato San Lorenzo a "chiedere spiegazioni". Tre arresti e tre denunce

Danno vita a una rissa all'interno del commissariato scagliandosi contro gli agenti. Un'intera famiglia dello Zen finisce nei guai. Ieri tre persone sono finite in manette (due uomini e una donna), mentre altri tre (sempre due uomini e una donna) sono stati denunciati a piede libero. Tutti palermitani e tutti dovranno rispondere dell'accusa di violenza, minaccia e resistenza a Pubblico ufficiale. Gli stessi sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per i reati di oltraggio a Pubblico Ufficiale, rifiuto d’indicazione sulle proprie generalità ed interruzione di pubblico servizio. Teatro della vicenda i locali del commissariato San Lorenzo di via Duca degli Abruzzi.

I FATTI - Tutto ha inizio nel cuore dello Zen. All'interno di un'abitazione di via P.V. 46 i poliziotti sospettavano potesse aver trovato rifugio un altro componente del nucleo familiare, un giovane palermitano che lo scorso 7 giugno era riuscito a sottrarsi alla cattura di polizia e carabinieri dopo un lungo inseguimento. Una fuga nata dopo che una pattuglia del commissariato San Lorenzo aveva sorpreso Melchiorre Gennaro e un complice mentre stavano tentando di rubare una smart. E che si era conclusa con la cattura di Gennaro ma non del complice, da allora irreperibile. E così i poliziotti della sezione Investigativa ieri pomeriggio hanno bussato alla porta dell'abitazione di via P.V. 46, casa dove il fuggitivo risulta “appoggiarsi” stabilmente. "Ad 'accoglierli' al cancello - spiegano dalla Questura - una giovane parente, che li ha apostrofati con epiteti irripetibili, tanto da beccarsi una denuncia per oltraggio a Pubblico Ufficiale.

Per i componenti del numeroso nucleo familiare, quella “visita” dei poliziotti fin nel cuore pulsante dello Zen, è risuonata come un affronto. Così a distanza di qualche minuto, ben sei componenti della famiglia, seppur in due fasi diverse, hanno raggiunto i locali del commissariato e senza fornire le loro generalità, né aver riguardo per i numerosi cittadini in coda agli sportelli degli uffici amministrativi, hanno inscenato una vivace protesta. Anche in questa circostanza, gli agenti sono stati pesantemente insultati ed in qualche caso violentemente spinti.

"Nonostante i ripetuti inviti a mantenere la calma - continuano dalla Questura -, a dare nome e cognome e, comunque, manifestare civilmente le proprie rimostranze, gli appelli degli agenti sono rimasti inascoltati. E anzi, hanno portato ad un inasprimento della condotta dei sei, ormai incanalata verso una deriva di violenza. I poliziotti non hanno potuto far altro che procedere agli arresti ed alle denunce". A breve distanza dalla convalida degli arresti si è spontaneamente presentato nei locali il giovane ricercato, sospettato di aver tentato il furto della Smart. Il giovane, per questo reato, ora risulta indagato a piede libero.

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