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Cronaca

L'Asp proroga i contratti precari Covid, ma gli operatori dell'hub vaccinale protestano: "Tagli al monte ore"

Indetto per il prossimo 29 giugno un sit in sotto alla sede dell'Azienda sanitaria provinciale. Sotto accusa la delibera firmata dal direttore generale Daniela Faraoni che stabilisce per il personale in forza alla struttura commissariale un massimo di 60 ore al mese contro le 80 attuali

L'Asp proroga i contratti dei precari Covid, in scadenza a fine mese, fino al 30 settembre e scoppia la polemica. Gli operatori dell'hub vaccinale della Fiera del Mediterraneo hanno indetto per il prossimo 29 giugno un sit in in via Cusmano, dove si trova la sede della direzione generale dell'Azienda sanitaria provinciale.

Contestano il taglio del monte ore introdotto dalla delibera, firmata ieri dal dirigente che rinnova 861 incarichi stabilendo inoltre che il personale, inquadrato come co.co.co. o partita iva, che opera nella struttura commissariale, coordinata da Renato Costa, dal primo luglio sarà impegnato per un massimo di 60 ore mensili. Fino al 30 giugno invece le ore retribuite saranno 80 al mese. Per i prossimi tre mesi dunque le retribuzioni saranno più basse, nessuno però resterà senza lavoro.

“Vengo a conoscenza dai media - dichiara il direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni - della protesta e, ovviamente, c’è la massima disponibilità ad un incontro in una data da concordare, considerato che il giorno di cui si apprende della manifestazione in via Cusmano, non sarò in sede per motivi strettamente personali”.

La decisione presa da Faraoni non è piaciuta nemmeno al commissario Costa che ha minacciato di dimettersi. “Le disposizioni vigenti - replica Daniela Faraoni - affidano le decisioni alla direzione generale dell’Asp, ma anche al Commissario straordinario che, nel merito, non ha inteso assumere alcuna responsabilità, lamentando, soltanto a posteriori, la scelta operata. Le decisioni prese sono, esclusivamente, indirizzate a mantenere l’intera organizzazione, senza alcun taglio. Un’organizzazione in grado - sempre nel rispetto delle norme vigenti, anche nell’ottica di buon andamento dell’amministrazione - di ampliare l’attività ove ve ne fossero necessità riconosciute e sottoscritte dai responsabili dell’organizzazione stessa”.

Per quanto riguarda le Usca, Faraoni fa sapere che “si sta valutando, così come espressamente richiesto, il mantenimento dell’attuale organizzazione, e cioè un’Usca ogni 50 mila abitanti”.
 

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