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Cronaca

Se la positività al Covid fa saltare il volo: ecco quando si ha diritto al rimborso e come chiederlo

Non sempre le compagnie accettano di restituire il costo del biglietto a chi è risultato positivo al momento della partenza, ma "è un diritto del passeggero", come spiega l'avvocato Carmelo Neri. Più complesso il caso di chi si trova in quarantena fiduciaria. Tutti i consigli utili per recuperare i soldi

Biglietto aereo comprato e valigia pronta in vista di un viaggio di piacere o di lavoro, ma ecco che tutto salta all'ultimo momento perché ci si ritrova positivi al Covid. E' un'esperienza spiacevole che in tanti hanno vissuto negli ultimi mesi, soprattutto con il dilagare della contagiosissima variante Omicron e in concomitanza con Natale e Capodanno, quando - venute meno diverse restrizioni - molti hanno pensato di partire e di festeggiare lontano da casa. Ma, oltre all'amarezza per il viaggio sfumato, qualche volta c'è pure da fare i conti anche con la compagnia aerea che si rifiuta di rimborsare il biglietto. "E non può farlo", dice senza troppi giri l'avvocato e docente universitario Carmelo Neri, a cui PalermoToday ha chiesto chiarimenti sulle norme, ma anche consigli su come comportarsi per cercare di recuperare i soldi. 

Diritto al rimborso in caso di positività al Covid

Le regole sul punto sono in realtà molto chiare: "In caso di positività al Covid - spiega Neri - si è impossibilitati a volare sia da norme amministrative e sanitarie che da norme penali. E' l'Asp che impone al soggetto di stare in isolamento per evitare la diffusione del virus. Trasgredire a questo divieto comporta delle sanzioni. In questo caso, e basta consultare il Codice della navigazione, ma anche le circolari emanate dall'Enac, il passeggero ha diritto al rimborso del costo del biglietto da parte della compagnia aerea".

"Il Covid non è una malattia grave..."

Alcune compagnie, però, danno picche al viaggiatore, sostenendo che il Covid "non rientra tra le malattie gravi", che danno diritto al rimborso. "Nella maggior parte dei casi - continua l'avvocato - il Covid, specie per le persone vaccinate, non è effettivamente una malattia grave, tanto che si può essere addirittura asintomatici. Ma le compagnie che adducono quest'argomento non centrano il punto e mettono in atto una pratica certamente abnorme e scorretta: la mancata partenza di un soggetto positivo non è legata alle sue effettive condizioni fisiche, ma al fatto che è sottoposto alle norme amministrative e penali che di fatto ne impediscono la libera circolazione".

Come agire se la compagnia rifiuta di rimborsare il biglietto

Cosa fare se la compagnia si rifiuta di rimborsare il biglietto? "La prima cosa da fare - dice l'avvocato - è una diffida stragiudiziale e una messa in mora, ovvero inviare una richiesta di rimborso del biglietto alla compagnia, con raccomandata con ricevuta di ritorno o pec, allegando anche tutta la documentazione, compresa quella che certifica la positività al Covid alla data prevista per la partenza, dando un termine per ottenere il ristoro".

La negoziazione assistita e la via giudiziaria

E se non sortisce effetto? "Bisogna rivolgersi ad un avvocato e avviare una negoziazione assistita: entro 30 giorni, con questo tipo di trattativa, la questione deve essere risolta. Altrimenti si deve ricorrere alla giustizia civile, per lo più al giudice di pace", chiarisce Neri.

I costi

Questa strada non deve necessariamente spaventare i cittadini, che spesso fanno il conto di poter ottenere il rimborso di un biglietto pagato magari meno di 100 euro (dal quale saranno comunque sottratte le tasse aeroportuali, che non vanno alla compagnia aerea), ma di dover spendere molto di più per pagare un avvocato. "In linea di massima - prosegue Neri - le spese vengono poi addebitate alla compagnia, dunque sono somme che si recuperano. Inoltre si può procedere con un decreto ingiuntivo e l'iter diventa più snello da tutti i punti di vista".

Cosa succede in caso di quarantena fiduciaria

Più labile è la situazione nei casi di quarantena fiduciaria, che scatta se si è entrati in contatto con un positivo. "La questione diventa più spinosa - spiega l'avvocato - perché per i vaccinati non è neanche più prevista la quarantena fiduciaria e di fatto hanno libertà di spostarsi. Dunque l'eventuale impossibilità di volare è parzialmente imputabile alla parte, cioè dipende da una scelta del viaggiatore. La compagnia aerea potrebbe quindi rifiutarsi di rimborsare il biglietto".

La quarantena fiduciaria resta per coloro che non hanno fatto neanche una dose di vaccino: "Anche in questo caso - conclude Neri - la compagnia potrebbe sostenere però che la mancata vaccinazione è una scelta del passeggero e non ottemperare al rimborso".

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