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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Emergenza rifiuti, Legambiente tuona contro il Comune e la Rap: "Basta scuse"

Secondo l'associazione la "questione è sfuggita di mano negli ultimi mesi" e la gestione del servizio andrebbe cambiata radicalmente: "Estendere il porta a porta a tutta la città, no all'assunzione di altro personale"

“Basta scuse. Non ci sono alibi che tengano per giustificare il fatto che nel 2019, una città come Palermo debba ancora aspettare per avere una gestione dei rifiuti decente". A richiamare l’amministrazione comunale a un atto di responsabilità e di coraggio politico rispetto all'argomento "munnizza" è Legambiente di Palermo che in una nota chiede di far partire subito un piano operativo per estendere in pochi mesi la differenziata porta a porta estesa in tutta la città, facendo sparire i cassonetti e, contestualmente, avviare un serio sistema di controlli e sanzioni per i cittadini che non si adegueranno.

La richiesta, messa per iscritto, arriva a poche ore dall'annuncio del sindaco Orlando che dopo gli incendi che hanno interessato la discarica di Bellolampo ha deciso di presentare un esposto in Procura per fare luce sull'accaduto. Secondo il primo cittadino "qualcuno vuole sabotare la Rap". Ad avere dei sospetti è anche l'assessore Catania secondo il quale "qualcuno a Palermo sta scommettendo sui rifiuti per strada".

Non la pensa così l'associazione ambientalista secondo la quale il tema è irrisolto da troppo tempo: "La questione dei rifiuti urbani negli ultimi mesi è letteralmente sfuggita di mano. Palermo è una città che vive una situazione surreale: teoricamente circa la metà della popolazione dovrebbe fare la differenziata domiciliare, ma la percentuale raggiunta non arriva al 20% e l’80% va in discarica. La mancanza di un sistema di raccolta omogeneo e la totale assenza di controlli preventivi, peraltro, ha pregiudicato pesantemente anche la qualità dei conferimenti differenziati, affidando tutto alla sola buona volontà dei cittadini. Peccato, che la raccolta differenziata non sia un’opzione, ma un obbligo di legge dal 1997".

Legambiente punta il dito contro il sistema che va cambiato radicalmente: “E’ abbastanza evidente - continua la nota - che la possibilità di conferire a basso costo i rifiuti indifferenziati nella discarica di Bellolampo rappresenta una parte significativa del problema. Non è ammissibile che la Rap proponga di fronteggiare l’emergenza assumendo altro personale, che già oggi incide per il 65% sul bilancio della società con costi esagerati per le tasche dei cittadini: sono un vero e proprio esercito, sovradimensionato da decenni di assunzioni clientelari. Un esercito che attende solo di essere organizzato in modo efficiente anche per  riconquistare la dignità del proprio lavoro”.

L’organico della Rap in rapporto al numero di abitanti sarebbe di almeno tre volte superiore a quello delle migliori esperienze italiane: "E' il doppio di quello dell’area metropolitana di Milano. Eppure a Milano, il decoro cittadino e la pulizia delle strade sono di ben altro livello. E non si parli di “tara culturale”. L’altro alibi da smontare una volta per tutte è quello per cui i meridionali non hanno cultura civica, non sono “geneticamente predisposti” per differenziare l’immondizia. Nulla di più falso e autoassolutorio. Tra le migliori esperienze dei “comuni ricicloni” ci sono quelle della tanto vituperata Campania, dove la percentuale regionale arriva al 52% nonostante Napoli. E senza andare lontano, anche in Sicilia ci sono centri medi come Agrigento e Ragusa che hanno rapidamente conquistato la soglia del 75%. E’ la dimostrazione che scelte e decisioni coraggiose, insieme all’impegno dei cittadini, sono in grado di produrre buoni risultati anche da noi, alimentando le filiere virtuose del riciclo e l’economia circolare, realizzando nuova “buona” occupazione e garantendo città pulite e decorose.

“Ci auguriamo - conclude Legambiente - che così come per le pedonalizzazioni hanno saputo produrre una trasformazione importante per la città, l’amministrazione voglia fare lo stesso per rendere Palermo una città modello in tema di gestione dei rifiuti, senza aspettare che avvenga il cambiamento culturale, ma imponendolo. Questo, per noi, è il compito di una classe dirigente capace di guidare la propria comunità”.

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