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Cronaca

Buona scuola, docente assegnata al Nord vince ricorso: "Ha diritto ad accudire parente disabile"

Avrebbe dovuto trasferirsi in Emilia Romagna, nonostante la legge 104/92 le consentisse il ricongiungimento con la famiglia di cui fa parte anche la suocera. Miur condannato a pagare le spese di lite

Avrebbe dovuto abbandonare la sua città, lasciare la scuola in cui insegnava e allontanarsi dalla famiglia, ma dopo un ricorso le è stato riconosciuto il diritto di restare a Palermo per potere assistere la suocera portatrice di handicap grave. Il tribunale di Palermo ha dato ragione a una docente palermitana di 54 anni che, assunta a tempo indeterminato con il piano straordinario di assunzioni della “Buona scuola”, aveva indicato come preferenze alcuni istituti del capoluogo siciliano o della provincia.

Dopo l’assunzione a tempo indeterminato la docente di scuola primaria, assistita dagli avvocati Alessio Ardizzone e Christian Conti, ha presentato domanda di mobilità per l’anno scolastico 2016/2017 con un punteggio di 60. Cui andavano aggiunti 6 punti proprio per il ricongiungimento familiare. Nonostante avesse i requisiti il ministero dell’Istruzione le ha comunicato tramite una mail il trasferimento verso la sua nuova scuola: l’Emilia Romagna la stava aspettando, ma grazie a un'ulteriore richiesta è riuscita a farsi assegnare temporaneamente all'istituto comprensivo Amari/Roncalli/Ferrara.

L'anno successivo la docente ha deciso di riprovarci avviando la procedura di mobilità e allegando nuovamente la documentazione utile per attestare la sua situazione familiare e la necessità di potere accudire la suocera. “In quella sede - spiega l’avvocato - abbiamo sollevato un problema relativo alla violazione del criterio meritocratico, atteso che alcuni docenti con punteggio inferiore avevano ottenuto la mobilità richiesta”.

A quel punto la maestra 54enne ha deciso di giocare una “nuova” carta: dichiarare l’illegittimità del trasferimento in Emilia Romagna presentando un ricorso a settembre del 2017. “Ritualmente instaurato il contraddittorio - si legge nella sentenza - il Miur non si costituiva in giudizio”. Il tribunale di Palermo, applicando quindi la norma di riferimento, ha dato ragione alla docente concedendo la mobilità cui ha dato seguito il Provveditorato scolastico.

“Parliamo di una docente che - conclude l’avvocato Ardizzone - sarebbe stata costretta come tanti suoi colleghi, precari dagli anni ’90, a trasferirsi al Nord Italia per poi tornare nella propria città grazie a un provvedimento giudiziario. Al di là del risultato che la riguarda sono contento, sotto il profilo giuridico, perché viene riconosciuta l'illegittimità del comportamento del Ministero che avrebbe dovuto assegnare come prima sede proprio Palermo”. Nella sentenza emessa lo scorso 16 novembre il tribunale ha condannato il Miur a pagare le spese di lite quantificate in 4.766 euro.

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